12 settembre 2010

Impressioni di settembre

"Già l'odore della terra odor di grano
sale adagio verso me
e la vita nel mio petto batte piano"

Mentre torno da Firenze risuonano in testa le parole di questa canzone, ripensando alla mia prima esperienza a Pitti Fragranze, esperienza che ha rilanciato la mia mai sopita passione per l'universo olfattivo. L'energia di condividere pensieri e sensazioni su qualcosa che ti fa vibrare dentro che porto a casa mi ha dato lo slancio per riprendere a scrivere questo diario di viaggio nel mondo del profumo.

Questa edizione di Fragranze è stata caratterizzata da molta voglia di intraprendere nuovi percorsi creativi; lo si percepisce da molti segnali. Ad esempio Dyptique con la sua Eau Duelle esplora una composizione un po' più strutturata rispetto all'ispirazione bucolica di molte sue fragranze. La creazione composta da Fabrice Pellegrin (Firmenich) parte in testa con note verdi e frizzanti di ginepro, bacche rosa e cipresso per poi giocare sulla contrapposizione di luce e ombra della vaniglia burbon e dell'olibano di Somalia. Il tutto è supportato da un fondo legnoso di vetiver haiti e legno di papiro. L'effetto è quello di una fragranza verde, rugiadosa all'inizio che poi si scalda in una vaniglia morbida e ambrata con sfumature fumose di incenso. Sulla mia pelle fortunatamente il tutto è contrapposto all'arrivo della nota verde-amarognola di calamus, quasi fosse un sentore d'edera che lo trattiene dal divenire stucchevole, e accompagnando il fondo leggermente legnoso e muschiato (cypriol?) che avvolge in un'aura morbida ma non densa.


Anche Maria Candida Gentile, dopo aver espresso nelle sue prime quattro fragranze la passione per le note d'incenso, apre un nuovo dialogo creativo con due eau de parfum gioiose e bucoliche. La prima, Hanbury, è un fiorito femminile e di grande vitalità giocato sulle note di acacia e calicantus ispirato ad una primavera acerba, passeggiando negli omonimi giardini liguri. La seconda, Barry Lyndon, è una sinfonia di equilibri verdissimi e aromatici con accenti cuoiati e resinosi che si ispira all'omonimo personaggio del capolavoro di Kubrik e alla speranza e voglia di liberà dell'eroe al galoppo verso il futuro.

Avevo grandi aspettative poi sui tre nuovi Les Nombres d'Or di Mona di Orio (Cuir, Musc, Ambre) e, avendoli sniffati velocemente il primo giorno ero rimasto un po' disorientato. Mi aspettavo un approccio a tre temi classici volto a stupefare in qualche modo in stile Nuit Noire ed è per quello che l'indomani, con la voglia di capire con calma, ho chiesto a Mona di spiegarmi l'ispirazione che l'ha guidata nella creazione di questa sezione aurea. L'eleganza estrema, la voluta assenza di asperità e l'assoluta qualità delle materie sono i criteri con cui Mona ha scelto di trattare le tre composizioni. Non ha senso rifare esattamente i grandi classici del passato della profumeria, un cuoio come Cuir de Russie di Ernest Beaux ad esempio com'era in origine: i tempi sono cambiati, il modo di vivere le fragranze è cambiato e, nonostante non si possano più usare alcuni componenti, le molte materie prime a disposizione oggi offrono una scrittura diversa, più contemporanea. L'insegnamento da trarre è una lezione di stile ed equilibrio: è possibile ottenere lo stesso spirito, la stessa eleganza estrema in chiave contemporanea. Alla luce di queste riflessioni di Mona ho finalmente apprezzato le sue creazioni nonostante ami spesso note cuoiate e animali più spinte. Soprattutto l'ambra mi ha entusiasmato, calda, lievemente fumosa, avvolgente e tuttavia diffusiva.

Infine Pierre Guillaume ha presentato una nuova linea di otto fragranze dal nome Huitième Art Parfums, un viaggio parallelo a Parfumerie Générale per poter sentirsi libero di sperimentare nuove vie compositive. La linea nasce da una frase di Octavian Coifan "Le parfum est le huitième art" e Pierre risponde dando alla luce otto quadri olfattivi, otto istantanee di sensazioni intese come il più reali possibili. Le fragranze sfruttano nuove tecniche estrattive e compositive e sicuramente dimostrano l'abilità creativa che Pierre sa rendere in laboratorio.
Tuttavia molte idee brillanti tutte assieme spesso rischiano di non avere il degno svolgimento come temi e il risultato è che seppur sorprendenti, alcune fragranze diano l'impressione di essere degli ottimi esercizi di stile a cui è mancata la maturazione emotiva di un degno svolgimento.

8 commenti:

Anonimo ha detto...

Attendevo con ansia la nascita di questo blog e ... non posso che farti i miei complimenti, amico mio, cullando allo stesso tempo il pensiero di avere avuto una piccola parte nello spingerti a condividere la tua grande sensibilità, non solamente olfattiva! Lo scenario italiano attuale ha bisogno del tuo stile sobrio ed equilibrato, dal quale traspare la tua esperienza e conoscenza. Per quanto riguarda le fragranze che hai toccato, ti suggerisco di esplorare con più calma Huitième Art - è la seconda volta oggi che le sento definire "esercizi di stile" e non concordo - e raccolgo volentieri l'ispirazione per dare a Duelle un'altra occasione :)

LiB

gretel ha detto...

mi unisco alla gioia di Lib: la scelta di condividere in un blog le tue ottime capacità descrittive, la tua esperienza e amore olfattivo non può che rallegrarmi, pronta a imparare cose e sensazioni nuove, ancora e ancora. La colorata e luminosa giornata di Pitti anche in me ha risvegliato la passione profumosa, così adagiata in un limbo di stanchezza e tante altre cose da fare. Non ho perso la testa,annusando le molte novità di marchi vecchi e nuovi ma a breve dedicherò loro, con calma, una seconda chance.
chercez le parfum!

Gretel

Lorenzo Roma Este ha detto...

Sono Orgoglioso di te ed è molto bello, in bocca al lupo, adesso me lo leggo per bene e poi ti pubblico subito :-)

ADJIUMI ha detto...

Sono contento che tu sia dalla nostra parte, la famiglia di fragrantici si allarga, completa e si migliora.
Ti seguirò!

Magnifiscent ha detto...

Grazie ancora a tutti per l'incoraggiamento, la stima e per gli stimoli: spero di darne qualcuno anche io nel mio piccolo con questo blog, cercando di imparare molto e condividere quel poco che conosco raccontando idee e sensazioni.
@Lib: quanto a Huitième Art queste sono state le prime impressioni a caldo e risentendoli con calma sarò contento di ricredermi, dopotutto che c'è di meglio che scoprire la bellezza che ci era passata inosservata sotto il naso? :)

Diakranis ha detto...

ora ho un dubbio...

i nasi lavorano per delle aziende, ma poi i profumi vengono prodotti da quelle stesse aziende o da aziende diverse?

no perchè io ho visto associati il nome di Pellegrin con l'azienda Mane...

Magnifiscent ha detto...

@Diakranis: da quello che so io funziona che l'azienda che decide di lanciare una fragranza confeziona un briefing. Questo briefing viene dato a un naso oppure a una "major" (es. Givaudan, Firmenich, IFF etc.) a cui viene commissionata la creazione della fragranza.
Una volta che la fragranza è decisa (formula, packaging etc), in generale la produzione su larga scala viene commissionata a una terza azienda.

diakranis ha detto...

capito grazie

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