Esistono profumi che appena spruzzati connotano un'aura chic che rimanda immediatamente alla grande tradizione francese, a quel periodo particolare tra le due guerre mondiali dove le fragranze femminili si fanno più audaci rispecchiando il nuovo ruolo sociale postbellico della donna e dando vita ai più celebri "Bois pour femme".
Panache, l'ultima creazione di Yann Vasnier e DelRae Roth direttrice artistica di Parfums DelRae è l'eco contemporaneo dell'età d'oro della profumeria parigina, eco dell'epoca in cui i fiori più gentili si accostavano a un'animo indipendente e volitivo di legni e note amare in un mix di ineffabile fascino.
La fragranza prende il nome da "mon panache" (il mio pennacchio) ultime parole pronunciate da Cyrano de Bergerac di Edmond Rostand, personaggio a cui è formalmente ispirata. In realtà questo jus dimostra di aver colto a pieno le sensazioni e le impressioni olfattive che DelRae, amabile signora californiana appassionata di profumi, ricorda delle sue incursioni parigine nell'area del Jardin du Luxembourg in Place de Rostand. In particolare il vetiver di Haiti, vero tema portante di questa fragranza, ricorda per morbidezza e salinità minerale la grande scuola dei vetiver francesi del passato ma inquadrata in un contesto di bellezza classica e spirito moderno.
DelRae Roth |
L'apertura è resa fresca e e al contempo morbida di bergamotto e semi di ambretta incalzati da estratto di rhum e bacche rosa estratte al CO2. Questa è la componente dominante sulla mia pelle, vibrante e morbidamente speziata che la tecnica di estrazione al CO2 mantiene vivida, come di bacche appena sminuzzate attorniate da una lieve sfaccettatura etilica.
Alle stuzzicanti bacche rosa pian piano subentra il tema fiorito del profumo, un melange levigato di fiori bianchi morbidi e lievemente cremosi su cui spicca impertinente la magnolia, uno dei fiori che adoro per le sue punte asciutte e leggermente verdi. L'aspetto verde è poi rafforzato da caprifoglio, cardamomo e geranio che aggiunge un piacevole tocco poudré.
Il cuore floreale del profumo si fa più ovattato e il sillage si placa lasciando spazio al vetiver Haiti che fa la sua apparizione col suo piglio minerale e salino, rendendo la magnolia sapida e voluttuosa.
Il fondo si arricchisce di cedro e quercia che aumentano la sensazione boschiva ma quello che sorprende è l'iris, unito a una base muschiata calda, lievemente animale e molto poudré data soprattutto dal cosmone, un sostituto macrociclico dei nitromuschi, che letteralmente arruffa come un piumaggio i legni asciutti dandogli una flessuosità elegantissima. Si capisce come Monsieur Vasnier arricchisca la sua tavolozza per questa fragranza col meglio delle tecnologie che un produttore di materie prime naturali e sintetiche come Givaudan possa offrire. Il tocco finale è dato da un sentore mielato e ambrato che resta come un fantasma anche dopo svariate ore.
Se ad un primo test l'impressione su Panache era di un profumo poco diffusivo salvo l'apertura, indossandolo ho dovuto ricredermi. Mi sono stupito infatti anche dopo molte ore di sentire soffi di profumo che aleggiavano intorno lievi come un'aura ed ho capito che è una fragranza fatta per ancorarsi alla pelle ed essere goduta a pieno a distanza ravvicinata, per sorprendere chi amiamo nell'intimità di un abbraccio e sentirci dire "Mmm... che buono!".
1 commento:
Marvellous as usually Mag, penso proprio che questo vetiver sia il vetiver femminile che sto cercando....la tua magica descrizione ha fatto si che debba assolutamente sentirlo per sicuramente possederlo!!!
Ele
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