3 agosto 2012

What we do in Paris is secret:
a Ropion piace giocare col fuoco

"Con le tue labbra da ciliegia e i riccioli dorati
potresti lasciare gli uomini a bocca aperta" Cherry lips - Garbage

Arrivando a Parigi a caccia di novità non ci si può certo dimenticare di Colette nella lista delle cose da vedere. Così il gennaio scorso ho fatto tappa al famosissimo concept store venerato dai fashion junkies e oltre a sniffare per la prima volta tutta la linea Le Labo, ho scovato un brand curioso di cui avevo letto poco in rete: A Lab on Fire.
Un laboratorio in fiamme ma anche un laboratorio "eccitato" è il doppio senso su cui ironicamente gioca il marchio che nasce dall'estro creativo di Carlos Kusubayashi, proprio quello dei lussuriosi S-Perfumes.

Ma se il filo conduttore di quest'ultima linea era scandito da nomi peccaminosi come 100%Love, S-ex, Lust-Luxuria, A Lab on Fire pone l'accento sulla fragranza. E' possibile oggi avere un profumo di qualità, creato da un grande profumiere con originalità e buone materie prime ad un prezzo equo? La risposta è si. Le fragranze A Lab on Fire nascono tutte in formato spray da 15ml, costano meno di 25 euro e dato che saranno presenti alla prossima edizione di Pitti Fragranze, potrebbe essere la buona occasione per scoprirle.

Pur strizzando l'occhio al minimal-chic clinico anni '90, il packaging ispirato alle provette di laboratorio e realizzato a mano diverte per le placche metalliche che lo decorano ma soprattutto per il cappuccio in gomma morbida vagamente fetish che ricopre l'erogatore spray. L'attenzione è comunque posta sul contenuto e lo si capisce a partire dai nomi delle creazioni improbabili e misteriosi come L'Anonyme ou OP-1475-A (OP come Olivier Polge) o appunto What we do in Paris is secret. I profumi sono estremamente diversi fra loro ma in tutti si ha un mix di sperimentale e classico e quando a giocare con le provette infuocate è Dominique Ropion, le reazioni non possono che essere sorprendenti.

In genere non sono tipo da gourmand ma di fronte alla leccornia che Ropion ha saputo sfornare perfino i miei pregiudizi hanno sventolato bandiera bianca. What we do in Paris is secret è in perfetto stile Ropion: un cabochon levigato ad arte che rivela sotto la superficie monolitica i suoi colori pastosi e cangianti. Sin dall'inizio l'aspetto goloso è evidenziato dagli agrumi aciduli e canditi come scorzette di cedro. L'alone mardorlato dell'eliotropio si spande subito dopo con grande diffusività e crea un'illusione fra il macaron ed il lillà. Chiodo di garofano e soprattutto cannella sono appena accennati ma calzano a pennello in questa armonia floreal-edibile mantenendo il jus lontano dalla stucchevolezza.

La cosa però che rende davvero irresistibile What we do in Paris is secret è il fondo che non segue pedestre la ricetta orientale dall'agrume via via verso la crème caramel. Invece fa sospettare che ciò che segretamente fanno Parigi sia un delizioso clafoutis servito ancora tiepido e degustato mentre la signora del tavolo vicino si incipria il naso ed il suo uomo rolla del tabacco biondo. Il contrasto aromatico-fruttato di ciliegia e pesca è persistentissimo e buono da morire, con cedro atlas, balsami e cumarina che enfatizzano il tabacco e perfino un'impressione cuoiata. Il risultato è un'ambra moderna che potrebbe essere parente lontana di Krazy Krizia, altra bella creazione di Ropion del 1991 spesso sottovalutata. Sarà la ciliegia, sarà che il jus quasi da dipendenza, sarà che lo vedo provocante su un uomo e sexy e divertente su una donna, portarlo mi ha ricordato Shirley Manson tutta rock e labbra color ciliegia.

4 commenti:

marcopietro ha detto...

L'Anonyme e What we do in Paris is secret li presi tempo fa proprio da Colette e li trovai una novità accattivante e di un certo interesse, ben fatti, contemporanei e portabilissimi.
L'Anonyme poi mi sorprende ogni volta che lo indosso...solo apparentemente anonimo.

Magnifiscent ha detto...

Ciao Marcopietro,
sono contento che ti sian piaciuti. Trovo che la linea sia creativa, coerente e con un carattere forte: difficile restargli indifferenti vero?
Al secondo posto con il suo geranio inatteso, quasi alieno, c'è proprio L'anonyme in ordine di preferenza. Chissà se hai avuto modo di sentire anche gli altri... Nel caso spero di poterti incontrare a Pitti per sentirli assieme magari.

Anonimo ha detto...

Sottovalutato il Krazy di Krizia? Ma come! Uno dei miei preferiti di quando ero una ragazzina.
Certo è passato tanto tempo, ma ne riserbo ancora un bel ricordo, liquoroso e caldo al punto giusto come un punch in pieno inverno.
Però che curiosità mi hai messo con questi ultimo creazione di Ropion, devo assolutamente sentirla.
Sabricat

Magnifiscent ha detto...

Spero potrai fare un salto a Fragranze a settembre magari Sabri, così lo sentiamo assieme magari. In ogni caso spero tornerai per dirmi cosa ne pensi :)

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