3 ottobre 2010

Almost Blue

Chet Baker
foto tratta da qui
"Almost me,
almost you,
almost blue"

"Quasi io,
quasi tu,
quasi blu"

Finalmente dopo settimane che cercavo di sentirlo dato il fitto tam tam mediatico del web sul disastro annunciato, noto ieri che Bleu de Chanel è approdato sugli scaffali delle profumerie con la sua stilosa confezione bleu foncé come direbbe Madamoiselle e accompagnato da tanto di linea bagno. C'erano anche altre nuove uscite che volevo curiosare tra gli scaffali, ma mi sono diretto senza incertezze verso Bleu per poterlo sentire a naso pulito. Sopravvissuto oramai alle varie riedizioni di Allure Sport, spruzzo deciso su pelle certo che dopo tutto stiamo parlando di Chanel, di Jacques Polges. La faccio breve e vi risparmio i commenti, del resto tanto è stato detto e confermo, è tutto vero. Solo una domanda mi sorge: siete pronti alla riedizione Sport?

La mia sete di blu non è placata però a questo punto e ho bisogno di sentire qualcosa di veramente blu e profondo. Datemi del blu!Ecco che l'occhio mi cade su L'Heure Bleue un classico creato da Jacques Guerlain nel 1912, un profumo impressionista idealmente figlio di Après l'Ondé (1906) di cui riecheggiano anice ed eliotropio e de L'Origan (1905) di François Coty di cui riprende l'allure speziata orientale. Prendo l'eau de parfum vintage e spruzzo il liquido ambrato come un vecchio rum sull'altro polso, ed è subito magia.


Il flacone art nouveau
creato da Raymond Guerlain 
La partenza è un grigio-verde misterioso e pungente, quasi sinistro e maschile di salvia sclarea e anice; poi giunge la calma, il respiro rallenta appena, riempi le narici e senti il bergamotto, gli agrumi e l'accento balsamico e speziato del coriandolo. Ecco farsi strada i fiori, neroli, rosa e gelsomino di Grasse in un equilibrio miracoloso, etereo eppure carnale: il tempo sembra fermarsi, è l'imbrunire di sprazzi di giorno e di  nuvole viola che piano si perdono tra le braccia blu della notte, nel sorgere della falce lunare.
L'utilizzo così magistrale della rosa di maggio nel'accordo fiorito fu forse dettata anche dall'innovazione delle tecniche estrattive che agli inizi del '900 affinò l'estrazione di assolute mediante solventi, il che consentiva l'uso di note di rosa sempre più realistiche cosa che affascinò particolarmente anche Coty nella creazione de L'Origan.
Le tenebre ancora lontane sono portate da un soffio malandrino, caldo e speziato di chiodi di garofano e succulento d'eliotropio, che assieme ai fiori danno una sensazione sensuale, eppure intima. Il cuore è cremoso di vaniglia e tuberosa che rabbocca la dolcezza e da corposità al gelsomino rendendolo notturno e conturbante: il giorno è ormai vinto tra i seni della notte. Il fondo che persiste poi per molte ore è sontuoso e appena talcato d'iris, ambrato di benzoino che supporta la sfumatura gourmand dell'eliotropio con le spezie più vaghe in lontananza e un accenno animale. L'anima impressionista qui si rivela a pieno, tutto è fatto di sensazioni, nulla è delineato: luce soffusa, le ombre appena accennate dei corpi e il calore della pelle, un bicchiere di rosso voluttuoso che ti scivola in gola e un vinile col fruscio, il piano che abbozza la melodia e la voce di Chet Baker che canta Almost Blue, struggente, sospeso e ineluttabile.

Ho testato per raffronto l'eau de toilette nella versione odierna e, seppure probabilmente non sia stata massicciamente riformulata, è più fiori ed anice stellato, dolce e romantica, meno speziata e ambrata ma soprattutto manca totalmente di quel brivido sinistro che la nota verde intensa di testa ha nell'eau de parfum: è più un cielo rosato che nuvoloni viola all'imbrunire. Ho confrontato infine il parfum vintage, una delizia che invade i sensi a partire dalla vista (il packaging è un gioiellino, un vero lusso) che ha lo stesso carattere dell'eau de parfum, con i colori delle nuvole viola ancora più amplificati, e un vento ancora più dolce nella luce blu, ancora più struggentemente almost blue.

3 commenti:

gretel ha detto...

Parbleu! del bleu chanel stendo un manto blu di silenzio, per l'heure bleue scatta invece un applauso alla descrizione (cui concordo in modo quasi totale)anche se certe sfumature e note che descrivi ancora non sono riuscita a coglierle, nonostante lo indossi da un annetto con immensa gioia.adesso farò più attenzione. Concordo ancora sulla differenza minima tra l'edt odierna e l'edt vintage (di cui recentemente sono proprietaria). la prima volta mi sono invaghita dell'ora blu indossando proprio l'attuale, che trovo pieno di meravigliosa voluttà, tanto da surclassare certi nicchiosi, ma l'edt vintage ha davvero una zampata in più. Come se fossero due gemelli monozigoti dalle personalità diverse, anche se entrambi mi regalano il medesimo stato d'animo di calda malinconia (non è un difetto, anzi). Una bravissima profumiera milanese mi ha fatto notare che il chypre vanillè di Montale ha il cuore che si avvicina proprio al vintage di HB. Interessante.

Marika Vecchiattini ha detto...

Bellissimo post! Io nel parfum vintage sento una preponderanza gourmand nelle sensazioni, ma goumand non nel senso piatto-fruttatino-banalotto, piuttosto gourmand nel senso che gli dai tu: un vino che scende voluttuoso giù per la gola, frutta caramellata su un'alzata di cristallo dal design perfetto, e una passata di cera d'api che parla del tavolo che c'è sotto, della cura per e dell'attenzione per il Bello.
Una meraviglia. E in onor tuo, stasera ho deciso che per uscire indosso questo.

Magnifiscent ha detto...

@Gretel: di fatto credo che molti profumi dal 1912 ad oggi siano almeno in parte figli di L'Heure Bleue, quindi non mi meraviglia che a distanza di quasi cent'anni si possa trovare una similitudine. Mannaggia heh, ora dovrò fare un salto a sentire chypre vanillé di Montale per poter fare il confronto.

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