Gli appassionati della Blind Sniff Roulette sanno che nella scelta delle fragranze misteriose cerco di spaziare sempre fra presente e passato senza escludere novità e qualche colpo di scena. Così se la prima manche di riscaldamento è andata sul commerciale, per la seconda manche ho pensato a un profumo uscito meno di un anno fa che è distribuito in via confidenziale fuori dalle rotte canoniche. Si tratta de L'Eau de Merzhin di Anatole Lebreton, un giovane creatore autodidatta che ha formato il suo gusto grazie alla passione per i classici e allo studio delle materie naturali e sintetiche. Non c'è da stupirsi quindi che qualcuno di voi mi abbia chiesto se si trattava di un vintage perché la ricchezza dell'impasto olfattivo è proprio quella, unita a materie e spunti contemporanei che dipingono colori brillanti (i corni) e soleggiati (lampi di sole). L'ispirazione per la fragranza, come spiega Anatole nel suo blog, è un omaggio alla natura (verde, cicale, stalle, cavalli, insetti) e al carattere epico (alchimisti, Gian dei Brughi, M. Butterfly, il bagatto) della sua terra: la Bretagna di Merlino, o Merzhin in lingua bretone.
Giampaolo Jicky Baldoni
Questa splendida fragranza evoca un senso di lusso: quello di concedersi del tempo per sé stessi, rallentare i ritmi dettati dalla vita di città e rifugiarsi in campagna, un luogo in cui la sensualità accogliente del tabacco e del fieno, unita al profumo di grano maturo scaldato dal sole si stempera man mano nel profumo "civilizzato" di pulito (tonka?); resta in sottofondo l'odore di gelsomini(?) dischiusi a sera che invitano maliziosamente a rilassare non solo corpo e mente, ma anche i costumi.
- se fosse un colore? Sarebbero i lampi di colore che vediamo quando chiudiamo gli occhi dopo aver fissato il sole estivo.
- se fosse un animale? Sarebbe un cavallo dal manto fulvo e lucido al galoppo nel grano.
- se fosse musica? Il gioioso, monotono frinire delle cicale.
- se fosse un luogo? Immagino un ritiro di campagna in estate, con una stalla, un cavallo, il fienile, un pergolato, circondato da campi di grano e da vigne.
- se fosse un capo d'abbigliamento? Sarebbe una camicia da uomo (anche indossata da una donna) fresca di lino, leggermente accaldata dalla traspirazione del corpo che la indossa.
- se fosse un film/libro? Immagino il film "Messaggero d'amore" di Joseph Losey, tratto dal libro di L.P. Hartley; più per le atmosfere che per le vicende messe in scena.
- se fosse un personaggio (storico, pubblico,...)? Senza dubbio penso ad un gentiluomo di campagna, dai modi schietti, con la sensualità e le fattezze di Alan Bates. Se penso ad un personaggio femminile vedo Brigitte Bardot con una spiga di grano tra le labbra (inizio a sentire caldo!... e voi?).
È stato difficile l'incontro con questa fragranza ambigua, dalle qualità a tratti tiranniche ed ossessive. Per alcuni giorni mi ha letteralmente inibiti le facoltà di associazione e l'immaginario, tenendomi ancorata alla sua evoluzione, quasi come col naso affondato in un ideale, variegato ed imprendibile bouquet.
- se fosse un colore? Se fosse un colore sarebbe perlopiù il verde argenteo del fogliame carnoso di alcune bulbacee, del salice, della salvia; qua e là macchie di giallo come di ranuncolo, di violetto e di glicine.
- se fosse un animale? Sarebbe un nugolo di insetti (una vespa, un'ape, un bombo, una coccinella, una mosca, un moscerino) e una biscia, operosi e indisturbati nel loro habitat recentemente ritrovato.
- se fosse musica? sarebbe "I let love in" di Nick Cave, un'allegoria "scritta col sangue" sul carattere ambiguo dell'amore. L'associazione nasce dallo sviluppo del cuore della fragranza, dalla sua parte più urlata e dispotica fatta di note fiorite crude (narciso, giacinto, gelsomino??) e sfacciatamente iridate, repulsiva ed affascinante.
- se fosse un luogo? sarebbe uno di quei giardini rustici caratteristici, più un tempo che non oggi, delle campagne del basso piano padano, dove a farla da padrone non era una visione improntata a canoni estetici, "filologici" o botanici, quanto la tradizione di conservare e ripiantare i bulbi degli anni precedenti, ad accogliere quanto di spontaneo la casualità del lavoro della natura aveva portato fin lì. Spazi eclettici e disarticolati, eppure con una propria coerenza, affollati di iris, giacinti, narcisi, gerani, rose, dalie, garofani, sconfinanti sempre nell'orto dei semplici, quando non nell'orto tout-court, a volte delimitati, altre aperti sulla campagna. Questa immagine mi è stata suggerita dalla bella apertura (purtroppo un po' breve e stretta), che ti accoglie gentile coi suoi sentori di fieno; come detto, l'evoluzione si fa poi violenta e quasi narcotica (il narciso ci sarà o non ci sarà?) per poi placarsi, dopo qualche ora (!), in un bouquet aromatico e vagamente farmaceutico, in cui ho percepito un po' di menta, un fantasma di lavanda, un accenno di aneto.
- se fosse un capo d'abbigliamento? Sarebbe un guanto: da giardiniere, da alchimista, da femme fatale.
- se fosse un film/libro? Sarebbe M. Butterfly di David Cronenberg, pericolosamente adatto ad entrambi i sessi.
- se fosse un personaggio (storico, pubblico,...)? Di conseguenza, se fosse un personaggio famoso, sarebbe Armida, "Donna a cui di beltà le prime lodi/concedea l'Oriente" e il bagatto dei Tarocchi.
Profumo molto lontano dai miei gusti: il naso percepisce un vetiver tendente al cenere con tocchi di quello che parrebbe cipresso. Rilevo una sfumatura cruda, una nota stonata che ogni tanto sento in certi vintage un poco deteriorati: mi ricorda il pane lievitato non perfettamente nella crosta (come certi cuoi bagnati) odore acre, salato e acido che però non disgusta. Nel tratto finale mi arriva un accordo fumé e un tratto dolce e gentile (Anice stellato? Eliotropo? Mandorla verde? Iris carotoso?) un mood di questo tipo.
- se fosse un colore? Una sfumatura tra il cachi e il tortora, con sfumature grigie simil cenere.
- se fosse un animale? Sarebbe un bassotto a pelo raso con cappottino di tweed che cammina baldanzoso nell' erba alta.
- se fosse musica? Suonerebbe come un giro di corni prima della caccia alla volpe.
- se fosse un luogo? Sarebbe una tenuta di caccia molto british, con un falò di foglie secche, aperto vicino a un viale di cipressi.
- se fosse un capo d'abbigliamento? Sarebbe un paio di pantaloni di fustagno.
- se fosse un film/libro? Sarebbe il barone rampante. Mi ricorda Un personaggio minore, il brigante Gian dei Brughi, che rimaneva rintanato per mesi dentro una grotta di muschi licheni e fogliame a leggere libri polverosi. Credo che potrebbe odorare in questo modo.
- se fosse un personaggio (storico, pubblico,...)? Hugh Grant in quattro matrimoni e un funerale.
All'apertura è una fragranza brillante, maschia, accattivante con note verdi (Galbano?) corroboranti. Sulla pelle poi questa tonicità cambia, ammorbidisce e compare uan leggera talcatura che continua a sorreggere la nota verde iniziale. Questo mix si tiene per mano e lentamente si trasforma nel finale, secca, calda (cedramber). Mi piace questo profumo, mi ci sento a mio agio, peccato la nota finale secca. Non riesco a far accomodare nel naso quel tipo di molecole.
- se fosse un colore? Verde.
- se fosse un animale? Sarebbe qualcosa di peloso.
- se fosse musica? Del jazz.
- se fosse un luogo? Sarebbe Londra.
- se fosse un capo d'abbigliamento? Sarebbe un maglione di cashmere.
- se fosse un film/libro? Sarebbe una commedia inglese.
- se fosse un personaggio (storico, pubblico,...)? Potrebbe essere un nobile.
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