Prima di questa edizione di Smell la mia conoscenza di
Michel Roudnitska era del tutto virtuale. Grazie alla sua grande comunicativa, nell'era dei social network ho potuto apprezzare in diversi anni la sua visione estetica ed il suo amore per la natura. Tramite
Frédéric Malle invece avevo potuto apprezzarlo come compositore di fragranze grazie a
Noir Epices, un capolavoro inafferrabile, evocativo, potente.
Certo la sua conoscenza è passata anche per quel cognome così importante per un appassionato di fragranze: il padre Edmond, visionario innovatore, contribuì a dettare i canoni della profumeria contemporanea. Tuttavia quando si cresce vicino ad un sole è difficile splendere di luce propria, così ero curiosissimo di approfondire la conoscenza di Michel di persona e di capire qual è stato il suo percorso di vita ed artistico.
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"Graal" da Parfums d'Images
© Michel Roudnitska |
Proprio durante Smell 2012 ho avuto l'occasione di incontrarlo e la cosa che subito colpisce di lui è la figura lunga, dinoccolata ed il viso asciutto. L'impressione è quella di una timidezza riservata che poi si scioglie in gentilezza e umanità non comuni. Così Michel ha raccontato in oltre un'ora la sua crescita umana e professionale partendo dagli anni dell'infanzia a
Cabris, luogo magico voluto per
Art et Parfum da Thérèse e Edmond che nel 47 scriveva "
Io farò fiorire le pietre e cantare gli uccelli". Michel ha raccolto questa eredità e l'ha trasformata in una realtà dove nasi indipendenti quali
Bertrand Duchaufour,
Sandrine Videault e molti altri possono esprimersi liberamente ma anche dove si producono le fragranze stesse. Non solo: il suo amore per la natura ed il rispetto di chi vive in armonia con essa ha spinto Michel a vivere a Tahiti per lungo tempo occupandosi di grafica e fotografia prima e più recentemente ad intraprendere un percorso iniziatico, aiutando le tribu che popolano le foreste del Peru. Da quest'incontro è nato lo scambio tra la tradizione profumiera francese e la medicina sciamanica tradizionale che, unito al sodalizio anche artistico con la sua compagna
Paule Salomon, filosofa e terapeuta, è scaturito in un approccio innovativo alle essenze.
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Alcune delle creazioni di Michel Roudnitska |
Se la lezione di Edmond Roudnitska è di grande essenzialità ed impatto, mentre
Jean-Claude Ellena ne è il massimo erede nella forma minimalista, Michel Roudnitska lo è nella sostanza, in un percorso che lega l'essenza alla sua funzione ancestrale, rituale e terapeutica. Non ultimo l'essere stato un pioniere degli spettacoli olfattivi ha permesso a Michel di studiare come le immagini, la forma, il ritmo, la musica e le essenze interagiscono per suscitare emozioni, unendo così l'aspetto artistico ai precendenti. Queste esperienze lo hanno portato alla creazione di un vero e proprio metodo per ritrovare l'equilibrio interiore attraverso l'olfazione: le essenze non sono altro che una cartina di tornasole del nostro io ed ogniuna che ci risulti sgradevole rivela un blocco emotivo. Facendo leva su questo, attraverso stimoli e tecniche di rilassamento si riporta l'armonia interiore ed olfattiva.
Mentre Michel si raccontava è stato possibile sentire diverse sue composizioni, partendo da Noir Epices e passando per i
Parfums DelRae Emotionelle, con un croccante accordo di melone di Cavaillon ed il mio preferito,
Bois de Paradis con la sua sensualità naive. Interessantissimo anche
Shiloh di
Hors la Monde, il profumo che Michel dichiara di aver composto per se stesso e che mi ha colpito per l'accordo di rosa brillantissimo, simile a quello che pulsa in Noir Epices ma liberato dalla sabbia del deserto e dalla corazza lucente delle spezie. Non ultimo Michel ha presentato il suo primo profumo sciamanico,
Miwahïmoon, composto in collaborazione con lo sciamano
Aquila Blu e creato per essere usato negli ospedali per igienizzare l'aria. Emozionante la performance conclusiva con il ritmo ipnotico di suoni, colori e geometrie ispirate alle forme olfattive e alle tradizioni amerinde durante i quali Michel si è librato abbracciando il pubblico come un'aquila ad ali spiegate, vapo alla mano, diffondendo un'aura di pace verdissima e aromatica.
Photo credits Luca Gambi
2 commenti:
Vero e interessante. I blocchi emotivi legati alle essenze sono vivissimi. Io non amo le note ozoniche. E ne so anche la ragione: mi ricordano il mare dopo certi temporali, quando si sporca e porta a riva alghe e sedimenti. E ad immergersi comunica la terrificante impressione di essere trattenuti da migliaia di mani invisibili. La sola condizione in cui non riesca ad entrare in mare. E questo è il blocco che conosco a livello cosciente, chissà quanti altri lavorano in segreto in me come in chiunque altro.
Penso che, similmente, per le note che amiamo, ci sia la medesima valenza, di segno contrario. Sarebbe affascinante, rivelatrice una passeggiata tra le nostre luci e ombre sotto la guida delle stimolazioni olfattive.
Spero che ci parlerai presto anche del profumo sciamanico e, se non chiedo troppo, ci consiglierai qualche bella lettura sul tema del profumo e dell'eco che ha nella nostra psiche. Grazie mille e perdona le considerazioni in libertà.
Ciao Sonia,
ma scherzi? Grazie mille per le tue considerazioni in libertà e se son così torna spesso a farle :) Bellissimo il tuo racconto, sembra quasi di sentirle quelle migliaia di mani invisibili. Proprio per questo mi ha affascinato molto l'approccio di Michel alle terapie olfattive e spero di poterlo approfondire non solo con letture ma anche con un'esperienza di questo tipo in modo da potervi suggerire belle letture ed eventi.
P.S. Miwahïmoon purtroppo ho potuto sentirlo solo su mouillette e ne ho un ricordo verde, aromatico e umido, con punte leggermente balsamiche. Molto rilassante.
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