Finalmente ci siamo, il 20 novembre apre ufficialmente il Department of Olfactory Art (DOA) al Museum of Arts and Design (MAD) di New York. L'evento non tocca direttamente l'Italia ma è importantissimo come riconoscimento per la profumeria a livello mondiale. Se i più bei flaconi da profumo di Lalique o Baccarat vengono da sempre considerati oggetti d'arte, non è certo la prima volta che un flacone di profumo entra in un museo per la bellezza del suo contenuto. Stavolta però non è per accostarlo ad un'opera d'arte famosa ma per elevarlo a pieno titolo ad opera d'arte lui stesso. Il merito va a Chandler Burr che da grande catalizzatore ha saputo in questi anni divulgare con grande capacità comunicative la visione estetica di creatori e critici attraverso pubblicazioni come L'imperatore del profumo o le sue recensioni per il New York Times. L'arte diventa patrimonio collettivo e contribuisce a costruire un canone estetico comune solo quando entra a far parte della cultura di tutti. Con l'istituzione del DOA in una metropoli come New York si compie un grande passo in questa direzione in cui da anni in tutto il mondo esperti, blogger e appassionati camminano scrivendo dell'ottava arte su carta stampata e online.
Il Dipartimento di Arte Olfattiva ha raccolto sin dalla nascita grandi consensi dentro e fuori l'industria profumiera ed ha ricevuto donazioni da colossi come L'Oreal, Estee Lauder, P&G Prestige, Chanel, Hermès, Givaudan e IFF che già aveva supportato a Pitti Fragranze Chandler durante le sue cene profumate. Particolare supporto hanno dato Funders Arcade Marketing USA e Guerlain, Diptyque, Women in Flavor and Fragrance Commerce (WFFC) e IFF che fornirà sia materie prime che diffusori all'avanguardia per l'esibizione inaugurale del DOA, The Art of Scent 1889-2012 (dal 20 novembre 2012 al 24 febbraio 2013) che ripercorre la storia della profumeria attraverso dodici capolavori come Jicky (Aimé Guerlain 1889), No. 5 (Ernest Beaux 1921) via via fino a Osmanthe Yunnan (Jean Claude Ellena 2006) e Untitled (Daniela Andrier 2010). Mentre per le fragranze storiche come Jicky da sempre vi invito a visitare l'Osmotheque di Versailles per rendervi conto di quanto fosse diverso l'originale rispetto all'edizione in commercio, se avete occasione andate al MAD perché anche sentendo la versione attuale di queste fragranze si potrà capire come l'evoluzione tecnica delle materie abbia impresso tramite queste creazioni iconiche e visionarie una evoluzione stilistica che sarà scandita dalle installazioni dei designer di Diller Scofidio e Renfro.
Il DOA intende anche recepire a pieno la natura vivente che ispira il MAD sin dalla nascita. La struttura epurata del museo infatti è come una scatola vuota adatta a qualsiasi contenuto, non ha una collezione permanente ma ospita esposizioni temporanee. Questo spirito evolutivo ben si adatta alla più volatile ed effimera delle arti, che poco dopo averla spruzzata già muta da testa a cuore a fondo. Ecco che allora accompagneranno la prima esposizione una serie di incontri, quasi tutti già sold-out, per capire meglio come i grandi profumieri si approcciano alla creazione di una fragranza. Se siete fortunati da capitare a New York nel periodo natalizio, vi segnalo fra quelli ancora aperti
Ralf Schwieger |
Come ultim'ora ed in perfetta sintonia con le performing arts, è la presenza di un Artist in residence d'eccezione, Ralf Schwieger (Hermès Eau des Merveilles, Frédéric Malle Lipstick Rose e molti altri) che tutti i giovedì al VI piano del MAD lavorerà interagendo coi visitatori alla creazione di due fragranze incentrate sulla menta crespa e sullo zenzero, temi stuzzicanti proposti da Chandler Burr.
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