Coco fotografata da Willy Rizzo |
Erano passati più di 40 anni da quel 5 maggio 1921 e Coco era determinata a lanciare un nuovo grande classico per celebrare la rinascita della maison. Testarda da vero Leone, ci lavorò per anni attraversando ostacoli e molte prove e lo completò solo nel 1970, poco prima di morire. Nº 19 è dedicato a lei che oggi avrebbe compiuto 130 anni e quindi lo indosserò per un brindisi. Joyeux anniversaire Madamoiselle!
Composto in stile classico, questo fiorito verde è un capolavoro che mette in luce tutto il genio creativo di Henri Robert soprattutto per l'uso innovativo di materie note. In testa c'è la dissonanza verde del galbano, qui meno irruente che in Vent Vert col bergamotto e una sfumatura umida di giacinto che lo mitigano. Il cuore è ingentilito dalla freschezza femminile e lievemente saponosa di neroli, rosa di maggio e da una famosa base mughetto di Robert che si annida anche in Calèche di Hermès (Guy Robert). Il narciso poi offre la sua setosità fra il verde, il petalo e la stalla e fa da legame perfetto fra il galbano l'iris e il fondo quasi chypre (pur non essendolo). Precursore dei tempi, Robert ebbe l'intuizione geniale di prendere una molecola vecchia di 15 anni sempre usata a piccole dosi, l'hedione e di versarne oltre il 20% per far volare un'overdose di cipria d'iris sul vetiver muscoso e ruvido. L'effetto secco e vaporoso fu così dirompente da influenzare molte fragranze come Beautiful di Estee Lauder (Sophia Grojsman e Bernard Chant), Heure Exquise (Annick Goutal e Henri Sorsana) e perfino Infusion d'Iris di Prada (Daniela Andrier) e Nº 19 Poudré (Jacques Polge) a dimostrazione che a distanza di trent'anni non ha ancora perso il suo fascino. Niente aldeidi, niente patchouli, praticamente niente muschi, solo pochi tocchi di isobutyl quinoleina, sandalo e gelsomino che creano anche una bellissima illusione cuoiata. Ultima modernità, il tocco ambrato del famoso fixateur 404 che prolunga la sua radiosità violacea. Questo è un esempio di come sintetici e naturali perfettamente fusi possano dar vita ad un'opera d'arte astratta se non si pone limite alla creatività.
Leggendo la bella recensione di Bois de Jasmin, ho dedotto che le versioni del parfum e dell'eau de toilette che ho trovato io devono essere dei primi anni '70 perché il liquido è verdissimo. Anche Emmanuelle Giron e Cristiano Canali dell'Osmothèque sentendolo hanno concordato che il galbano è di una qualità spaziale, lucente, linfatica, più balsamica che terrosa. Pare infatti che in origine Chanel si rifornisse da un particolare produttore in Iran e che a causa della rivoluzione del 1979 fosse stato costretto a una riformulazione. Ora che il liquido è dorato e che ne sono passate di riformulazioni sotto i ponti, Nº 19 è più muschiato e ambrato e meno androgino, soprattutto nell'eau de parfum con un cuore nettamente più rosato. Comunque conserva la sua impronta originale ed è portabilissimo da un uomo, che preferirà il brio rinfrescante dell'eau de toilette. Alle ragazze invece consiglio l'estratto, da portare con jeans e giacchina perché come diceva Coco, una ragazza dovrebbe essere due cose: di classe e favolosa.
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