6 giugno 2017

OSA! Award 2017 - Incontriamo i finalisti


Dopo avervi presentato il vincitore dell'edizione 2017 di OSA! Outsider Scents Award, come promesso conosciamo meglio gli altri finalisti in ordine di classifica. Incontrandoli durante lo Smell Festival a Bologna ho rivolto a loro le stesse domande fatte a Michele Bianchi.

Marco Ceravolo, secondo classificato con MEMORHYZA e insignito della menzione speciale assegnata dal forum di Adjiumi, è nato a Ferrara e dopo gli studi letterari ha potato per scienze naturali all’università. Vive a Bologna dove lavora per Ikea. Nel 2004 frequenta la Scuola di Naturopatia Italiana ma solo nel 2007 apprende le tecniche di saponificazione artigianale con cui inizia a sperimentare con la materia del sapone e le sue fragranze. Ha concluso nel 2016 il percorso formativo di composizione di Smell Atelier con il profumiere Martino Cerizza.

E: Quale profumo avresti voluto creare (di qualsiasi era) e perché?
M: Potrebbe essere Bandit di Piguet perché mi piace la sua complessità basata su una molecola che amo molto, l'isobutil quinolina. Considerato quando fu creato, doveva essere davvero avanguardistico e sofisticato.

E: Come pensi che cambierà la profumeria e l'approccio delle persone all'olfatto nel futuro?
M: Rischio di non scostarmi troppo dalla realtà forse se provo a descrivere una specie di guanto futuristico, pieno di sensori elettrici abilitati a connettersi con il nostro sistema nervoso attraverso migliaia di recettori sparsi sulla nostra mano, capaci di raggiungere e stimolare quelle aree del cervello che controllano il senso dell'olfatto e quindi in grado di farci "percepire" una fragranza.

Tanja Bochnig, terza classificata con PINK WOOD - PINK W(OUD) è nata in Germania ed ha lavorato all'estero per oltre vent'anni durante i quali ha scoperto i poteri curativi degli olii essenziali. Dopo gli studi in aromaterapia, botanica e profumeria naturale con rinomati profumieri, ha lanciato la sua serie di cosmetici e profumi organici per custodire tutte le impressioni ed emozioni dei suoi viaggi – April Aromatics.
Tanja è anche un'insegnante professionale certificata di yoga e ha dato vita ad Aromayoga®. Crede nel potere della natura e segue uno stile di vita olistico. Delle sue fragranze dice: "E' la mia passione creare bei profumi botanici e condividere il potere benefico della natura con il mondo".

E: Quale profumo avresti voluto creare (di qualsiasi era) e perché?
T: Davvero non riesco a rispondere perché non ho questo desiderio. Non c'è un profumo che mi piacerebbe aver creato. Sento che ciascun profumiere ha e dovrebbe avere il proprio modo di esprimersi creando fragranze. Il mio modo è quello più realisticamente naturale possibile. E questo tipo di profumo... Non l'ho ancora sentito fatto da qualcun altro. Solamente nella purezza dei fiori stessi, se possibile.

E: Come pensi che cambierà la profumeria e l'approccio delle persone all'olfatto nel futuro?
Naturalmente prevedo un futuro pieno di essenze naturali, più profumi naturali e un mondo reso più sano attraverso la vita delle piante. Sento che le persone sono sempre più orientate alla profumeria naturale, dato che la consapevolezza ecologica è in costante crescita e quindi le persone si stanno aprendo sempre più a qualcosa di più grande di loro…
D'altro canto ci saranno sempre diverse possibilità, il che è buona cosa... Perciò credo che entrambi i modi i esprimere la profumeria saranno sempre presenti: naturali e sintetici… Non c'è una cosa migliore dell'altra, è solo questione di scelta personale.

Léa Hiram, quarta classificata con LIGHT'IN THE ROOTS è attratta dalla relazione tra arte e profumo, tra cultura e senso dell’olfatto e crede nel valore formativo degli odori, attraverso tutti i generi d’arte. Si definisce un'esploratrice multidisciplinare di odori e profumi e nel 2000 parte per le coste artiche del Canada per scrivere la tesi di laurea sulla cultura olfattiva degli Inuit. Dopo varie esperienze nel campo dell’antropologia sensoriale, dopo dieci anni torna in Francia per diplomarsi al Grasse Institute of Perfumery. Lavorando come profumiere e valutatrice capisce che questo non corrisponde alla sua idea di profumo come arte, quindi non esclude in futuro di creare su suo brand.

E: Quale profumo avresti voluto creare (di qualsiasi era) e perché?
L: Beh, ce ne sono così tanti...! Fracas, Féminité du bois, Diorella, Cabochard sono bellissimi... Ma mi piace anche l'idea dell'astrazione in un profumo, del profumiere come artista dell'illusione, come M. Jean Claude Ellena lo è stato con la sua Eau parfumée au thé vert di Bulgari. Così ha creato una nuova nota in profumeria, una nota di thè, ma senza contenere del thè.

E: Come pensi che cambierà la profumeria e l'approccio delle persone all'olfatto nel futuro?
L: Sogno una cultura dove l'olfatto guidi i nostri sentimenti e una maggiore comprensione del mondo, come già accade in altre culture. Gli odori sono emozioni. Dientro al nostro naso c'è un universo di meraviglie senza fine, di consapevolezza e di memorie. Credo e lavoro ogni giorno per educare le persone ad un linguaggio olfattivo comune, per migliorare la nostra qualità della vita. I bambini dovrebbero saper riconoscere un aroma di fragole in natura e ugualmente noi dovremmo usare meglio il naso per giocare e cucinare con le spezie. Vedo il profumo assolutamente come un processo artistico e spero che venga sempre più riconosciuto come tale. Il profumo sarà parte integrante delle nostre vite e dovrà essere messo in risalto dalle altre forme d'arte. Infine, come profumiere, credo che la ricerca e lo sviluppo di nuovi processi estrattivi ci regaleranno nuove materie prime per la nostra tavolozza, specialmente materie di origine naturale.

Valeria Sargu, quinta classificata con RACINES DANSEUSES è cresciuta lontano dalla città in campagna. Ora vive a Bologna dove studia Tecniche Erboristiche all’Università. Attratta da sempre dai profumi della natura solo di recente ha realizzato di voler fare dei profumi la sua professione. Sogna di essere ammessa all'ISIPCA di Versailles e nel frattempo studia il francese. Inoltre ha fatto esperienza presso erboristerie, e studiando gli oli essenziali. Ha frequentato i corsi di composizione di Smell Atelier e non perde occasione per sperimentare nuovi accordi.

E: Quale profumo avresti voluto creare (di qualsiasi era) e perché?
V: Allora, per rispondere alla prima - Chanel No. 5 - chi non vorrebbe averlo creato? Quel sovradosaggio geniale, mai azzardato prima, di aldeidi in un bouquet fiorito ha dato vita ad un profumo leggendario capace tutt'oggi, a quasi cent'anni dalla sua nascita, di far innamorare follemente..! Ma non solo lui: un altro profumo che avrei voluto comporre è La Rose Jacqueminot di François Coty - l'esplosione di rose passata alla storia per aver fatto impazzire i grandi magazzini di Parigi! Oppure ancora Jicky di Guerlain - una sapiente combinazione delle note frizzanti degli agrumi con quelle calde delle spezie e l'aggiunta originale della cumarina. Tutti profumi immortali che hanno segnato l'inizio di una nuova epoca all'interno della profumeria.

E: Come pensi che cambierà la profumeria e l'approccio delle persone all'olfatto nel futuro?
V: Per quanto riguarda la profumeria nel futuro, più che di come la immagino, parlerei di come mi auspico che sia, e cioè riconosciuta come forma d'arte al pari delle altre e in quanto tale di formazione più accessibile; l'approccio delle persone verso il senso dell'olfatto, invece, più attento e consapevole.



1 commento:

Anonimo ha detto...

Simpatica la Sargu ...
Il n°5 è un miracolo.
Per me madame Coco Chanel è Santa .

Sandra Barros.
SP (Brasile)

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