Tempo fa vi avevo parlato di questo marchio di ceramiche francesi artigianali, Astier de Villatte, della cui scoperta devo ringraziare ancora il mio amico Antonio di Boudoir36 che di tanto in tanto mi titilla con insolite novità. Oltre a raccontarvi della loro Cologne 1871 - Commune de Paris, vi avevo accennato di come questa maison avesse deciso di impreziosire la propria linea di raffinate ceramiche e complementi d'arredo con delle candele profumate. Finalmente quest'anno ho soddisfatto la mia curiosità di provarle e per Natale ho ceduto alla tentazione, ma sono stato buono: quale miglior cosa di condividere la bellezza? Così ho deciso di regalarne una ai miei cari per potermela gustare in loro compagnia.
Françoise Caron |
Hoëdic mi ha conquistato a candela spenta per la punta fresca di anice stellato che mi ha suggerito subito il natale pensando alla bella forma stellare dei suoi semi. Una volta accesa la fragranza rivela molto di più e parla di luogni sabbiosi dove crescono piante aromatiche dal fogliame gentile e leggero, quasi floreale come basilico, carvi e galbano. La freschezza acuta dell'anice è ripresa e arrotondata dal finocchio dolce, croccante e fruttato al tempo stesso che prepara l'olfatto e anche il gusto alla sensazione edibile di liquirizia. Niente rotelle o dolciumi gommosi però, ma l'aroma della radice pura e semplice che l'ha fatta apprezzare tanto a casa, ricordando forse i tempi in cui sotto l'albero già un legnetto di liquirizia da mordicchiare era la felicità. Il tocco prezioso e ancora più natalizio lo aggiunge la mirra col suo velo liquoroso e balsamico, assieme solenne ed avvolgente.
Semplicità chic anche per il packaging di carta spessa e ruvida che riporta assieme alle iniziali A.V. il nome della candela ed una descrizione dell'ispirazione e delle note. Come per le ceramiche bianche che hanno fatto la fortuna della casa, pure il bicchiere che contiene la candela segue lo stesso fascino imperfetto optando per un vetro boullé artigianale con le caratteristiche irregolarità che rendono ancora più ipnotica la fiamma deformandola in guizzi indefiniti per una danza profumata che si è fatta attesa, luce e poesia nella mia notte di Natale.
2 commenti:
dei cari amici mi hanno regalato Operà...la adoro!!
Ed ogni volta che la accendo da un pò più di se.
La prima volta era molto cera d'api (pare che arrivi dalle arnie presenti sui tetti dell'Operà di Parigi appunto, che mi sono informata, esistono!), mentre alle accensioni successiva è anche un tripudio di benzoine e resine preziose... una goduria!
molto profumata anche da spenta, confermo la qualità della cera e dello stoppino, e la magia del suo vetro dall'aria così artigianale ma anche di gran classe..
ps:avevo già postato il mio commento giorni fa, ma temo di aver fatto qualche pasticcio, perchè non c'è..
Barbara
Ciao Barbara e bentornata!
Purtroppo credo il tuo primo commento non sia stato salvato e sia andato perso ma fortunatamente hai insistito ed eccoti :)
Mi fa molto piacere ti sia piaciuta Opera. Confesso che ignoravo questo dettaglio delle operose api dell'Opera (sembra un gioco di parole) ma ora è ancora più affascinante.
Annusata da spenta era già una coccola, chissà da accesa che atmosfera di festa!
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