Crescon le margherite e reclinano il capo le viole,
Coperto da un padiglione di fin troppo rigoglioso caprifoglio,
Con dolci rose muschiate e roselline di macchia"
W. Shakespeare - Sogno di una notte di mezza estate
L’odore di un bosco autunnale, dove si possono percepire non solo il legno, ma l’intero albero spoglio, le sue radici coperte di polvere, il fogliame secco intaccato dalle gocce di resina stillate dalla corteccia, un cavo contenente un alveare, il muschio e le foglie d’edera: questo è Chêne di Serge Lutens che qui esprime la sua consueta sontuosità scegliendo, rispetto alle precedenti creazioni, un lessico nuovo ed inatteso fatto di umori secchi, perfino accennatamente amarognoli che gli conferiscono un carattere marcatamente maschile.
Chêne è l'aroma di un bosco autunnale e fatato, è l’odore del giacilio di Oberon, re delle fate che ebbro dorme attorniato di fauni e foreste in tutta la loro abbandonata e grottesca sontuosità. Questo è ciò che suggerisce questa creazione chypre verde e legnosa di Serge Lutens e Christian Sheldrake che dischiude a pieno tutte le sfaccettature attorno suo nome e rappresenta una notevole digressione dal candito, speziato e a volte fin troppo dolce tipico registro Lutens, senza però perdere il suo onirico stile distintivo.
Questo profumo è per me carico di memorie e mi riporta immediatamente indietro nel tempo alla mia infanzia, quando giocavo con gli amici in campagna durante le giornate della stagione fredda, proprio come in questi giorni con l'aria gelida sul viso, l'umidità che sale dalla terra e i nostri ruzzoloni nei boschi; mi ha ricordato di come dopo le nostre mani odorassero di corteccia, di linfa acerba e polvere, di come nella mia mente sia il vero odore di un bosco.
La piramide olfattiva riporta cristalli di cedro, note di linfa, betulla, fava di Tonka, assoluto di rhum, timo nero, resine, cera d’api, elicriso, muschio di sottobosco e dalle note verdi e muschiate unite alle tinte alcoliche, si potrebbe pensare a certe fragranze un po’ macho anni ’80. Sentendolo però ci si rende rapidamente conto che Chêne trascende tutto questo, sviluppando un così complesso equilibrio di acidità e polverosità del rhum con l'elicriso, secchezza e morbidezza di timo nero e cera d’api, calore e freddezza, ombre e luci del quadro olfattivo, che realizza cn l’assenza di una nota legnosa martellante, un profumo di carattere maschile ma per nulla macho che a tratti potrebbe ricordare affinità con Coriolan di Guerlain, Antaeus di Chanel e Un bois sepia dello stesso Lutens.
foto presa da qui |
Sulla pelle, Chêne risulta incredibilmente complesso con note che giocano a rincorrersi. Nonostante le successioni di differenti sfaccettature siano molteplici, si possono indentificare tre fasi distinte. La prima fase è data da un lieve sentore legnoso che viene alzato di tono da punte acute di tannini e ingentilito con toni teneri di linfa. Nella seconda compare un accordo verde più caldo e amarognolo arrotondato dalla setosità della fava di Tonka e reso più profondo da accenni resinosi. La terza completa l'affresco con una base verde e coriacea, poudré ma decisamente asciutta, scaldata dall’elicriso e resa meno amara e più calda grazie alla cera d’api e al muschio vellutato che amplifica nuovamente il legno.
Chêne, nato come parte della sezione "Les Eaux Boisées" della linea esclusiva, è il profumo boschivo più originale tra le eaux con la sua evoluzione inattesa, è complesso e necessita certo più di una prova per comprenderlo a pieno. Io me ne sono invaghito sin dalla prima volta, ma non stento ad immaginare che sia difficile apprezzare tutti i suoi segreti al primo assaggio.
Tra i profumi di Serge Lutens non è quello con maggior sillage; esso è comunque consistente, non ostruttivo ma avvolgente e ciò ben si confa allo spirito della composizione: dopo tutto non c'è bisogno di frastuono nel pacifico silenzio dei boschi.
2 commenti:
recensione di grande interesse e condivido totalmente le tue impressioni su Chène, davvero splendido, uno dei primi Lutens sentiti e all'acquisto sempre sorpassato da altri lavori della premiata ditta, ma si è ritagliato un bell'angolino nella memoria e al ritorno di voglia di legnosi sarà il primo della lista
La recensione su Chène è quanto di più veritiero abbia mai letto. La fragranza l'ho sentita "mia" prima attraverso le tue parole poi dal diffondersi sulla mia pelle. L'esplosione iniziale dell'assoluta di Rum è sconvolgente...sembra di essere all'interno di una distilleria...il prodotto sapientemente invecchaiato in botti di rovere. Lentamente la fragranza si placa, senza perdere tuttavia la sua natura. E di colpo, sul fondo, ci proietta all'interno della Foresta di Fangorn dove la quercia prende vita e ti parla...basta saperla ascoltare...nel suo intercedere lento ma costante...il profumo delle sue radici bagnate, del muschio impregnato di rugiada prendono forma...all'orizzonte, ma non lontano, api intente al lavoro quotidiano diffondono sentori di cera...estasiante...
Aventus
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