Tableau de Parfums è una bella idea che nasce dalla collaborazione artistica fra il regista statunitense Brian Pera e Andy Tauer. Anche se ufficialmente non era presente nella lista dei marchi esposti a Pitti, quale migliore occasione per darne un'anteprima agli appassionati italiani ed europei visto che la fragranza arriverà in Italia l'anno prossimo e per ora verrà distribuita solo negli States? Alla mia richiesta Andy raggiante non se l'è fatto dire due volte e ha estratto a sorpresa una curiosa confezione.
Woman's Picture è il progetto svoltosi nella piazza virtuale di Evelyn Avenue che vuole raccontare dei ritratti cinematografici di donna ispirati ai caratteri femminili del cinema degli anni trenta, quaranta e cinquanta. E' in questo spazio che Brian e Andy, pur non essendosi mai incontrati di persona ma solo virtualmente o per telefono, hanno deciso di collaborare unendo memorie, fragranze e personaggi.
L'unione riuscita di queste espressioni artistiche da vita ad un packaging singolare, una sorta di capsula del tempo dal gusto retrò che unisce il profumo in un flacone solido e "curvaceo" come l'archetipo femminile di quegli anni, il DVD con il corto che descrive la storia di questa figura femminile e naturalmente il suo ritratto stilizzato incorniciato da un oblò.
Questo che racconta la storia di Miriam, le sue emozioni e il suo profumo, è solo il primo di tre ritratti a cui seguiranno altre due storie in rosa, quelle di Ingrid e Loretta. Il profumo è protagonista anche della vicenda, unico ricordo che Miriam ha della donna che fu sua madre, ora distrutta dalla demenza senile. Un'ampolla in cristallo Baccarat racchiude senza nome l'ultimo decant di questo distillato di memorie materne da cui la sensibile Miriam si lascia cullare nei momenti più intimi. Che succederà quando l'insensibile uomo di Miriam noncurante lo manderà in frantumi? Per saperlo non resta che vedere il racconto di Brian Pera, magari cospargendosi di Miriam.
La fragranza è un fiorito aldeidato che trae ispirazione dalla grande profumeria francese degli anni quaranta e cinquanta. L'immagine che evoca è quella di una Stepford wife, madre e moglie modello con capelli di lunghezza media garbatamente accomodati, la figura proporzionata ma formosa elegantemente versita in abito a collo sportivo e manica a tre quarti, decolleté a tacco medio e filo di perle, il genere di donna molto amata dalla Hollywood dei tempi d'oro, tanto rassicurante fuori quanto tormentata interiormente a cui rende omaggio Julienne Moore in Lontano dal Paradiso.
L'apertura è ampiamente diffusiva di aldeidi esperidate e fresche, quasi effervescenti che trasportano sotto la vivacità iniziale un raggiante bouquet di soffici fiori bianchi, una folata di petali in cui predominano il lato fresco della rosa e quello limpido del neroli. Poco dopo questo giardino luminoso c'è un po' d'ombra dove crescono le violette la cui essenza naturale delle foglie dona il carattere più verde al profumo. Come pian piano emergeva l'umanità di queste donne, così Miriam si scalda schiudendo le sfaccettature più morbide del gelsomino e dell'ylang-ylang che preludono al fondo dolcemente ambrato caratteristico dei floreali come Coeur-Joie o ancora L'air du Temps di Nina Ricci carico di musk ambrette talcato. E' infatti soprattutto nel fondo che questo profumo porta la firma di Andy, con un'impronta appena legnosa di sandalo arrotondato da vaniglia e fava tonka e reso sensuale da un'ambra animale che riecheggia a Zeta, contrastati dalla nota pulita dei muschi poudré come una lontanissima traccia di Orange Star.
Chi pensa che sia facile oggigiorno ricreare un profumo di questo tipo o ancora che si chieda che senso abbia, dovrebbe innanzitutto comprendere come la scelta delle materie prime naturali sia qui fondamentale per ottenere l'effetto voluto, il che implica curiosità e ricerca ma soprattutto una buona conoscenza delle essenze presenti e passate. La vera modernità sta anche in questo a mio avviso, non tanto in un revival nostalgico quanto nella ricerca del passato rivisitato, riletto con il gusto e le materie di oggi a reinventare quelle che non esistono più o non sono più utilizzabili mettendoci la firma come ha fatto Andy. Il risultato può anche non piacere ma non sarà meno sperimentale a livello artistico che l'inventarsi qualcosa di mai sentito prima ed è l'ennesima dimostrazione della poliedricità di Herr Tauer.
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