23 marzo 2012

Bellezza Acqua&Sapone: Claus Porto e qualche riflessione

"Cos'è l'eleganza? Acqua e sapone!" - Cecil Beaton

Tempo fa mi è capitato di trovare in una profumeria dei saponi di Calèche nella loro bella scatola tartarugata, con inciso sopra lo stemma di Hermès. Naturalmente si tratta di chicche che si facevano fino agli anni '90 corredate di scatole elegantissime che rendevano ancora più piacevole vivere una fragranza. Vivere una fragranza appunto. Il lancio di una nuova fragranza era il risultato di anni di lavoro puntando all'eccellenza e al lusso estremo. Allo stesso modo chi sceglieva un profumo, si circondava di questo lusso compiacendosi sempre di più dei gesti profumati fin anche nelle più semplici azioni di pulizia quotidiana.
Purtroppo oggi questo mondo è andato perso perché il turnover delle fragranze pret-à-porter e il susseguirsi dei vari flankers ora non permette un approccio così raffinato e le poche eccezioni stentano a sopravvivere. Peccato però!
Pensavo poi a come il sapone, quello solido che usavano le nostre nonne, oggi sia stato soppiantato dai detergenti liquidi pronti a scivolarci addosso e lasciarci puliti in un lampo e mi è sembrato come paragonare slow food e fast food, soprattutto per il tempo che si dedica a se stessi. Ecco perché mi è venuta nostalgia del sapone, della sua gestualità lenta facendolo inzuppare d'acqua per poi accarezzarlo formando la schiuma, lasciando che la sua fragranza si spanda intorno.



La voglia di sapone mi è presa mentre ero da Marie Antoinette a Parigi. Se non ci siete mai stati non potete perdervelo nelle prossime scorribande profumate. Marie Antoinette è un delizioso bijou incastonato nella cornice di una di quelle tipiche piazzette del Marais dove anticamente facevano il mercato. Antonio, il proprietario, è una persona squisita ed appassionata di profumi e delle sue radici franco-portoghesi. Non a caso nel suo regno coronato di belle fragranze conserva un angolo magico dove sono rimasto incantato (vedete qui a lato una foto). Un antica credenza di legno su cui ha esposte decine di saponi di Claus Porto con le loro carte colorate in stile liberty, coi cartigli bellissimi che variano per ogni profumazione. Mi racconta di aver scoperto questo marchio andando alla ricerca della colonia che portava suo nonno paterno, una colonia portoghese. Un giorno vedendo la confezione di Musgo Real si è ricordato che potesse essere proprio quella. Sentire l'odore ed avere il flashback della sua infanzia nitido in testa è stata la stessa cosa e ancora me lo raccontava col sorriso. Claus Porto fa anche delle simpatiche candele, ma quello che lo ha reso celebre sono proprio i saponi ricchi di oli vegetali e sostanze nutrienti e declinati nelle profumazioni dalle più classiche come le colonie agrumate fino a quelle più moderne come sandalo e pera che non ho resistito dal portarmi a casa.

Credo che la profumeria artistica si sia messa a correre un po' troppo negli ultimi anni e chi una volta lanciava una fragranza all'anno ora arriva a proporre una linea nuova ogni anno. Questo voler scimmiottare la frenesia della profumeria commerciale alla rincorsa del boom di settore impedisce di affezionarsi ad un profumo e sta tagliando le gambe allo sviluppo dei complementi da bagno cosa che accadeva fino a vent'anni fa nel commerciale. Mi chiedo allora, perché perdersi questa magia nel nome del guadagno?
Fortunatamente c'è una controtendenza a ripescare gesti del passato come l'uso delle concrete (vi ricordate quelle belle scatoline di profumo in crema che si portavano le nostre mamme in borsetta?) e ancora il ritorno agli estratti da applicare in modo elegante e rituale in contrasto allo spruzzo selvaggio yankee-style. Ecco, mi piacerebbe che tutto rallentasse nella nicchia, che si tornasse a fare profumi apprezzando la lentezza di un creatore come valore. Nel frattempo possiamo sempre deliziarci con le fragranze amate declinate in saponi, concrete, talchi, piccoli lussi per apprezzarle ancora di più.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

anche a me piacerebbe che si tornasse a fare meno cose e fatte bene.
Non solo nell'arte del profumarsi ma anche abiti, maglieria, oggetti, borse e con prezzi giusti e proporzionati alla qualità, la capacità di chi confeziona ma senza esagerazioni.
Mi sono un pò stufata di questo mordi e fuggi consumistico!

per quanto riguarda Claus Porto, spero di poter presto verificare con il mio naso tutta la loro produzione ;)

grazie delle tue impressioni e della dritta
Barbara

Magnifiscent ha detto...

Ciao Barbara
condivido anche il tuo rammarico pure sull'abbigliamento: tutto deve avere un ciclo veloce mentre un tempo i capi eran fatti in modo più curato, fatti per durare. Allo stesso modo i profumi erano concepiti come espressione duratura nel tempo, perciò fatta a regola d'arte.
Spero riuscirai a provare i Claus Porto, così poi mi dirai che ne pensi :)

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