Parfums Lucien Lelong by Gruau (1944) |
Jean Carles compose molte fragranze sia in Spagna che in Francia per Carven, Lucien Lelong, Schiaparelli, Dior e altri. Il suo stile è strutturato nella classica piramide testa-cuore-fondo. L'equilibrio è dato dalla contrapposizione di note e accordi decisi che creano una tensione stemperata da un contesto più leggero, fresco ed aromatico o delicatamente floreale. La sua firma olfattiva si legge sicuramente nella maestria con cui osava il suo amato patchouli che secondo lui è in grado di far letteralmente "esplodere" le composizioni fin dalla testa.
Dana Tabu (1931) - L'ho scoperto grazie ad un'amica francese che tempo fa me ne mandò una versione vintage. Sebbene sia un'eau de cologne essa conserva tutta la bellezza selvaggia e la carica erotica originali. Questa fragranza orientale era la degna risposta di Carles a Serra che chiese "un perfume de puta". Tabu infatti voleva essere qualcosa di scandalosamente sexy ad un passo dalla volgarità: se non l'avete mai sentito per averne un'idea pensate ad una sorta di Poison ante litteram, non tanto nelle note quanto nell'effetto. E' decisamente denso e riempie lo spazio attorno a chi lo indossa, è un gioiello da esibire con disinvoltura piuttosto che una seconda pelle con cui fondersi. All'apparenza Tabu ti guarda con occhi innocenti tutta note di testa fresche, bergamotto e fior d'arancio ma poco dopo mostra la pelle calda dei seni, sotto cui palpita un cuore floreale intossicante di garofano. Il fondo si schiude fra le cosce morbide e generose di vaniglia e benzoino lasciando intravedere l'ombra umida surdosata di patchouli. Il sesso non si vede ma è palese, zuppo di muschi animali e zibetto dai riverberi cuoiati. Putrroppo come la bellezza sfiorisce col tempo, le riformulazioni sono state impietose con questo profumo che davvevo doveva avere un'audacia mai vista prima in Spagna.
La stanza Mae West di Dalì (1974) |
Quanto alla fragranza, avete presente la stanza di Mae West di Dalì? Ecco, è proprio così. Se cerchi di sentire le singole note avvicinando il naso ti sembrano ingombranti: tendaggi pesanti, un nasone per camino, dei labbroni scarlatti per divano, eppure appena ti allontani la bellezza dell'insieme, quell'odore di donna è lampante. La "puta" di Tabu qui diventa maliziosa, glamour e sofisticata: al tocco animale femminile che ti avvolge da subito si uniscono le aldeidi della lacca che fissa i capelli in onde e lo sguardo vivace di bergamotto in contrasto aromatico col dragoncello. L'accordo floreale fra rosa, gelsomino e caprifoglio è soave, saponoso e leggermente cosmetico come un velo di cipia sulle guance pulite. A fare da base però è un patchouli levigato dall'alito caldo del miele che ti riporta al paradosso scioccante fra le parti e il tutto, tra fuori (dove si vede un volto di donna) e dentro, immersi nella carnalità potente dello zibetto.
A breve vi racconterò Ma Griffe e per finire in bellezza, Miss Dior.
<Parte 1> <Parte 3>
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