Conoscete qualcosa che faccia più atmosfera di una candela? Dato che le amo alla follia, le brucio tutto l'anno ma è soprattutto nel periodo invernale che le candele entrano nei nostri desideri. Sarà per il calore che regalano, o forse perché se ne trovano per tutti i gusti e per tutte le tasche che sono anche protagoniste dei regali profumati di Natale. Come sceglierle però? Parlandone con gli amici del forum di Adjiumi ho riflettuto su come si distingue una buona candela e su quali siano i trucchi per potercela godere al meglio una volta accesa . Fare una buona candela è più difficile di quanto sembri e coinvolge vari aspetti tecnici che proverò a semplificare. Cosa dobbiamo guardare allora per scegliere una buona candela?
Ancora più che per le fragranze, ci affidiamo alla vista per scegliere una candela: quella dello stesso punto di rosso del divano, piuttosto che quella dalla forma particolare avranno la meglio all'inizio. Presto dovremo fare i conti col nostro naso però se decideremo di accenderle e non usarle solo come soprammobili. Annusare una candela da spenta da già l'idea della fragranza ma la combustione è la prova del nove per capire la bontà di una candela. Ecco a cosa dobbiamo prestare attenzione:
- La cera
- Lo stoppino
- La fragranza
- La combustione
- Il packaging
- Il concept
La principale cera di sintesi è la paraffina, un derivato del petrolio biancastro e inodore. Oggi l'utilizzo di paraffina con elevato grado di purezza viene impiegato anche nella cosmesi e per conservare gli alimenti (avete presente la buccia spessa e cerosa di certi formaggi?). Altre cere di sintesi sono in gel fatti di polimeri e oli minerali, oppure cere cristallizzate ricavate sempre del petrolio. Anche in questo caso il colore e l'odore dipenderanno dal grado di purezza.
Le cere di naturali possono essere a loro volta di origine animale o vegetale.
Per cere animali oggi si intende soprattutto cera d'api col suo caratteristico colore ambrato ed il profumo mielato. Non lasciatevi ingannare dalla cera d'api sintetica che è solo un sostituto chimico inodore che tenta di imitarla a vista. Fino all'800 si usava molto anche la cera di sego, un derivato del grasso bovino simile allo strutto che si usa ancora nei saponi e come surrogato del burro.
Infine le cere vegetali si ottengono soprattutto dalla soia, dal riso o dalla palma come la cera carnauba (si, proprio quella che si trova sia nelle caramelle che nei lucidi da scarpe).
La temperatura di combustione dipende dal tipo di cera che si usa. In generale le cere sintetiche hanno un punto di fusione più alto e una maggior capacità termica. Questo significa una candela più calda, che scioglie una maggior quantità di cera in un bicchiere a temperatura più alta. Significa però anche che la candela durerà di meno rispetto a una con cere naturali.
Un punto importante da sfatare è la tossicità della paraffina. Oggi si producono paraffine purissime che bruciano praticamente senza rilasciare nell'aria residui. Il problema delle paraffine non sta quindi nella loro tossicità ma sta piuttosto nel fatto che la combustione si ha a temperatura elevata in cui è più facile che i coloranti o la fragranza raggiungano il punto di fumo, diventando sgradevoli o anche tossiche. Questo succede più difficilmente con le cere vegetali. Naturalmente si possono mischiare cere naturali di vario tipo e cere sintetiche per ottenere il mix che dia la temperatura di combustione migliore per la candela.
Non resistete alla tentazione di comprare quelle candele dalle forme buffe e coloratissime che magari costano poco? Vi do un consiglio spassionato: usatele solo come soprammobili.
Lo stoppino: dalla cera all'aria
Lo stoppino è quel filo che vediamo sbucare al centro della candela e che pesca la cera liquida profumata per alimentare la fiamma. Può essere fatto di fibra tessile (sintetica o naturale) o di altri materiali come legno o carta. Uno stoppino di qualità deve bruciare senza rilasciare fumo o tossine nell'aria. Le cordicelle che possono avere forma tonda oppure piatta, vengono bagnate in sostanze che ne rallentano la combustione, come ad esempio acqua salata e poi incerati per renderli più rigidi e facili da accendere. A volte per renderli rigidi inseriscono fili di metallo invece: fino a un decennio fa si usava il piombo poi sostituito dallo zinco perché tossico. Maggiore è la grandezza dello stoppino, più alte saranno la fiamma e la temperatura di combustione; quindi il suo diametro dipenderà da quello della candela. Lo stoppino potrà essere fissato al fondo della candela con un dischetto metallico, una specie di piccolo piedistallo che lo rende più stabile specie sul finire della candela, quando la cera sarà tutta sciolta.
Solo il buon Lucignolo (si può chiamare anche così lo stoppino) in puro cotone incerato può portarci nel paese dei balocchi, dove le candele bruciano al meglio spandendo la loro magia profumata.<Parte 2>
1 commento:
Condivido la tua stessa passione per le candele e nella continua ricerca, oltre alle fantastiche profumazioni di di dyptique e cire trudon, ho trovato una candela di grande qualita. Era in un negozio dove la potevo paragonare a quelle ottime di astier di villatte, è inglese si chiama true grace ho scelto "wild mint". La durata è incredibile si consuma perfettamente ha un rapporto qualita prezzo centratissimo e la fragranza è rimasta intatta per tutta la durata una bella scoperta!!
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