Le grand boulevard - Pierre-Auguste Renoir |
Gerani, rose, un bicchiere di Syrah, le prime stelle al crepuscolo e la brezza umida di settembre su una terrazza parigina. Non è la replica del cliché ma un'interpretazione aromatica e intimista dell'accordo rosa-patchouli che mi ha conquistato al primo sniffo e piano è diventata mia fragranza preferita della trilogia, complice l'avermi dipinto in testa questa immagine.
La partenza rarefatta ed appena esperidata contrappone un mandarino fruttato al verde del rabarbaro. Però non è il rabarbaro pungente e aspro Duchaufour-style di Aedes de Venustas, piuttosto un retrogusto di marmellata di rabarbaro con scorzette di mandarino. La sensazione fruttata è amplificata nel cuore dalla rosa damascena che viene curiosamente definita una rosa blu. Il colore viene reso da un lato sfumando i suoi petali verso l'aspetto più femminile, succoso ed asciutto del mirtillo. Dall'altro lato il fiore tende al verde più maschile del geranio appena velato di rugiada floreale dalla nuance fresia. Muschi vaporosi, un patchouli umido e terroso coperto di foglie e l'accenno languido del sandalo danno una luce autunnale al fondo della fragranza, echeggiando all'aspetto legnoso vellutato di Chambre Noire, solo appena più secco e bohèmien, perfetto da indossare in queste giornate autunnali.
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