"Jean-Baptiste afferra gli odori desiderati, apre la prima bottiglia, si mesce un bicchiere fino all'orlo, lo porta alle labbra e beve. Beve il bicchiere di odore fresco in un sol colpo, ed è squisito!"
P. Süskind - Il profumo
Venerdì 4 febbraio, ore 18, Catania: cala il crepuscolo, si accendono i candelabri di Boudoir 36 e tra la luce calda delle fiamme sulle sete rosse delle sue pareti l'invito è a spogliarsi di ogni costrutto mentale per liberare i sensi e lasciare che esplorino curiosamente sentori e sapori in un percorso degustativo che ha lasciato parecchi sorpresi.
Tutti i sensi e non solo il gusto e l'olfatto sono coinvolti in questo viaggio: tutto, dalla musica fiabesca di Yann Tiersen in sottofondo alla mise en place dei cinque profumi proposti coi rispettivi assaggi al centro del Boudoir ha fatto si che l'attenzione ruotasse intorno alle tappe di questo viaggio.
Nella storia dell'uomo, ancor prima che il profumo si contaminasse con gli odori edibili, ancor prima dei gourmand al caramello e cioccolato, vaniglia e cannella, è il cibo stesso ad essere stato contaminato dal mondo dei profumi. Da sempre si usano fragranze in natura, piante aromatiche che di loro posseggono bel poco gusto ma molto aroma, spezie e fiori come lo zafferano o la rosa molto usata nella cucina mediorientale: non a caso vengono chiamati anche comunemente odori.
Da appassionato di cucina e di profumi, il binomio olfatto-gusto mi ha sempre affascinato ed era da tempo the accarezzavo l'idea di sperimentare in questo senso. Quando ho trovato man forte su questi temi con l'amico Antonio Alessandria che oltre alla passione vanta una cultura olfattiva vastissima e la formazione alla prestigiosa scuola di Cinquième Sens, ero letteralmente entusiasta di poter allestire con lui questa esperienza polisensoriale: ogni idea, ogni proposta è nata in modo talmente sinergico sulle scelte tra sapori e odori, sulla presentazione e sulla degustazione, da risultarne un piacevolissimo modo di fare cultura olfattiva alla portata di tutti.
La prima tappa della degustazione con Sienne l'hiver di Eau d'Italie ci porta in terra toscana, dove il rizoma d'iris fiorentino si sposa col tartufo bianco e al guaiaco lievemente speziato per accentuare l'idea di un sottobosco ricco ma anche edibile, accompagnata da un sentore saporito di olive nere da acquolina in bocca e un accenno di violetta che dona un tono umido e fresco di bosco. La stessa impressione silvestre è stata ripresa da una crêpe salata di castagne col loro aroma farinoso e vagamente legnoso al tempo stesso, resa umida e fresca al palato da una crema di ricotta al soffio di violetta. Inoltre la spinta dei toni verdissimi del paté di olive nere riprendeva nel retrogusto la sapidità del profumo e al tempo stesso la freschezza violacea e impertinente che saliva all'olfatto. L'impatto dell'accoppiamento col profumo e l'illusione d'iris dato dalla farina di castagne con la viola era talmente realistica che qualcuno ha perfino dubitato avessimo spruzzato Sienne l'hiver sulle crêpe.
Il secondo stop ci tuffa nell'atmosfera più intima della penombra di una cattedrale dopo una celebrazione con Messe de Minuit di Etro. Nonostante la formulazione attuale sia stata alleggerita rispetto alla precedente nei toni umidi e muffosi di pietra d'altare gotico, questo profumo conserva il suo potere evocativo grazie al fondo di incenso e mirra. Nell'accostargli un sapore abbiamo deciso di non appesantire ulteriormente le tonalità ma di rinvigorire le note d'apertura verdi e aromatiche e i sentori più dolci e fruttati, quasi a dare un raggio di luce che fenda la penombra dalle vetrate policrome. Il piacevole contrasto è offerto dal riso basmati, il cui nome in Hindi significa "regina di fragranza" per il suo aroma particolare, aromatizzato al coriandolo, presente nelle note di testa del profumo, che qui regala una delicata freschezza unita alla sensazione torbata e affumicata dell'whisky. Infine la prugna secca fa eco alla dolcezza fruttata del miele di Messe de minuit che da un lato dona rotondità e dall'altro esalta la sapidità degli aspetti salati. Il suo gusto agrodolce e umami assaporato con le volute fumose del profumo rendeva ancora più particolare i contrasti accentuando le note verdi e resinose che spesso passano in secondo piano in questa fragranza.
Particolarmente apprezzato è stato anche il The Traktir di Kusmi Tea, una Maison du thé di origine russa. Infatti questo the nero dal gusto robusto con accenti lievemente agrumati come vuole la tradizione russa è sembrato il perfetto richiamo alle tinte di Duel di Annick Goutal. In questo caso l'accostamento è giocato rimarcando la sensazione fumosa del the nero e aggiungendo pure una buona dose di tannini che idealmente si accostano alle sfumature cuoiate del profumo. Questo aspetto astringente poi lo ha reso ottimo anche per ripulire il palato olfatto-gustativo lungo tutta la degustazione.
E dopo fragranze più sapide o asciutte, Orange Star di Andy Tauer con le sue note luminose e frizzanti di fiore d'arancio e aldeidi da una sferzata succulenta con scorze candite d'arancia e mandarino. La peculiarità di questo agrumato però sta nelle note di fondo molto morbide di fava tonka, vaniglia e muschio che è stato maggiormente apprezzato grazie all'abbinamento gastronomico cremoso e fragrante. Assaporando infatti un cestino di crema alla fava tonka dalla consistenza vellutata, profumata con essenza di fiore d'arancio molti hanno colto il bell'equilibrio tra freschezza floreale e avvolgenza al tempo stesso. Il frizzo finale era dovuto alla decorazione di scorzette d'arancia e mandarino candito in contrasto con la base cremosa.
Il viaggio sensoriale termina a Istambul, dove la tradizione vuole fossero custodite le reliquie di Sant'Agata prima di arrivare a Catania, dove il profumo di rosa del loukoum si mischia a quello della frutta secca e inonda le stradine giù giù fino al Bosforo. Traversé du Bosphore di Artisan Parfumeur ricrea tutte queste sfumature golose unendole ad un fondo morbido di iris e cuoio: quale miglio occasione di abbinare un sapore della tradizione catanese? Ecco allora la scelta di abbinare l'olivetta di Sant'Agata ma "a Costantinopoli" ovvero rivisitata amplificandone le sensazioni mediorientali con l'aggiunta di pistacchio, essenza di rosa e zafferano che aggiungono toni freschi, fioriti e fruttati sorprendenti al palato soprattutto per come avvolgono il palato e si spandono esaltando la morbidezza di questo originalissimo orientale, forse l'unico vero gourmand del nostro percorso. Solo cosi si capisce a pieno come Bertrand Duchaufour sia riuscito a cogliere l'essenza del legame culturale e di tradizioni tra oriente e occidente di cui i sapori siculi sono forse l'esempio italiano più alto per gusto ed olfatto.
5 commenti:
Ermano sono estasiata dal tuo racconto, non dovevo leggerlo a quest'ora!!
Complimenti per l'organizzazione di una giornata così interessante, magari si potrebbe organizzare anche sulla penisola qualcosa del genere!
Stasera rileggo a stomaco pieno.
bellissima descrizione! dev'essere stato un evento davvero unico e interessantissimo, peccato non essere potuta essere lì..
Barbara
Oh santocielo, l'olivetta di Sant'Agata con pistacchio, zafferano ed essenza di rosa, messa accanto a Traversèe doveva essere da sbavo. Per non parlare di tutto il resto. BRAVI!!!
Come avrei voluto esserci!
Sei crudele, Ermano, adesso ci penserò tutta la sera. Però fantastico, bravissimo.
Una serata da sogno Ermano.E bellissima Catania..
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