In Voluptas Mors - S. Dalì/P. Halsman |
Da decenni un cappio si sta stringendo al collo della profumeria, un cappio teso a doppia mano dall'IFRA e dai legislatori europei che nel tempo ha ristretto di fatto o di diritto la tavolozza del profumiere. Certo siamo grati per aver proibito alcune materie dimostratamente cancerogene, ma i passi successivi sembrano aver spinto le restrizioni alla follia per un eccesso di zelo (che non hanno ad esempio per l'olio di palma che è un poteniale allergene ad esempio) verso la nostra salute. Ora siamo al capolinea, manca l'aria a chi vuole creare fragranze belle e distintive. Ne parlo spesso anche col mio amico profumiere Antonio Alessandria che di recente ha dovuto scontrarsi con questo scoglio per il lancio della sua linea Hommage à la lune. Osservare con rigore regole così soffocanti costringe a un appiattimento ormai inaccettabile, basta pensare all'offerta sul mercato oggi.
Fra pochi mesi il legislatore europeo potrebbe decretare definitivamente la morte della profumeria per come la conosciamo vietando l'uso di sostanze contenute anche in molti naturali: questo è l'allarme girato sul web in questi giorni dalla voce di Luc Gabriel (The Different Company), ma anche da profumieri indipendenti da sempre sensibili a questo problema come Anya McCoy e Michel Roudnitska. E' tempo che chi può faccia il possibile per cambiare il sistema affinché il profumo venga protetto per le sue peculiarità (come avviene per i formaggi ad esempio) più che trattato come un potenziale allergene cosmetico, altrimenti rischiamo di essere gli ultimi fortunati ad aver goduto della bellezza di un'epoca che non tornerà mai più.