31 ottobre 2013

Sulla scia di Cleopatra

La settimana scorsa sono stato due giorni a Roma e nonostante impegni sono riuscito a visitare un luogo che da tempo stava sulla mia lista delle cose da vedere: il Chiostro del Bramante. Combinazione, questo quadrilatero sospeso nel tempo ospita fino a febbraio 2014 una mostra dedicata a Cleopatra VII che stregò col suo fascino non solo CesareMarco Antonio, ma l'intera Repubblica. Contando il numero di fragranze che ha ispirato e data la cura leggendaria nel profumarsi (aveva scritto lei stessa un formulario di unguenti), potevo perdermela?

Il bell'allestimento parte da una testa di donna tolemaica attribuita a Cleopatra e traccia in un percorso su due piani come l'egittomania influenzò le arti e la moda durante l'ascesa e il declino di questa sensuale regina. Oltre ai mosaici su cui sbocciano fiori di loto e piante tropicali oppure affreschi abitati da ibis e coccodrilli, anche le matrone romane dell'epoca certamente giocavano con gioielli ed acconciature degne di una principessa del Nilo.

Chissà che impatto avrà avuto sui profumi, mi sono chiesto guardando le unguentaria di alabastro. Certamente in una società sempre più dedita ai lussi sarà cresciuta la richiesta di profumi egizi come il Susinum (a base di essenza di loto blu, mirra e cannella) di cui pare Cleopatra abusasse. Peccato che non si tenga conto in mostre come questa dell'olfatto e del ruolo determinante che il profumo aveva nella vita quotidiana di allora. Gli unguentarii, i profumieri dell'epoca, verosimilmente avranno impiegato le spezie più rare per creare ciprie e balsami dai nomi esotici. Insomma è un po' ciò che succedeva agli inizi del '900, basti pensare al prezioso sarcofago di Djedi.


Ottavia Minore
Il pensiero è volato alle fragranze guardando Ottavia, la rivale sconfitta in amore e vincitrice sul campo, la moglie le cui armi di seduzione e diplomatiche nulla potranno di fronte alla passione di Marco Antonio per Cleopatra.

"Ella risalì il fiume Cidno su un battello colla prora d' oro e i marinai vogavano con remi d' argento al ritmo di flauti accompagnati da zampogne e cetra. Cleopatra era sdraiata sotto un baldacchino trapunto d' oro, acconciata come Venere, mentre altri servitori ritti ai suoi fianchi, simili a cupidi dipinti le facevano aria coi ventagli. Le servette più belle, in veste di Nereidi e di Grazie, stavano alle barre dei timoni e alle gomene. Profumi invadevano le rive e a terra e sul fiume, erano numerosissime luci ordinate e disposte con tali rapporti e inclinazioni da formare uno spettacolo armoniosissimo. Sulle bocche di tutti correva una voce, che Venere era giunta in tripudio a unirsi a Bacco per il bene dell'Asia" - Plutarco

Sembra di poter sentire quei profumi spandersi dalla barca. Sarà stato del Kyphi per ingraziarsi il favore di Iside? Plutarco descrive Cleopatra come meno bella di Ottavia, ma ammette fosse affascinante, colta e dalla voce profonda e sensuale. Immagino così la sua scia, densa di opoponax, dolce di datteri e miele e cupa d'incenso. Una scia così magica che ispirerà i profumieri per oltre duemila anni.
Ed Ottavia? Chissà che profumo portava Ottavia mentre lasciava Roma. Forse s'era cosparsa di odori famigliari, di lentisco e rose di Paestum, nel tentativo disperato di riprendersi Antonio. Anche i segreti di bellezza delle nobildonne romane non vantano meno interpretazioni contemporanee. Difficile per un amante di profumi non fantasticare sugli effluvi di due donne che hanno diviso le sorti dell'impero. E voi come le immaginate?

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