29 giugno 2017

Green Water di Jacques Fath (1946 - 2015)

Green Water - Eau de toilette givrée
pubblicità di Maurice Van Moppes (1953)
Datemi una colonia che non sia la classica colonia agrumata. La vorrei più moderna, con un tocco verde, aromatico ma non troppo maschile. Insomma dovrebbe rendere la freschezza femminile di una cascata di petali e l'eleganza scattante di una giacca di lino.
Questi erano i confini entro cui pensavo nel 2015 a cosa far sentire ai partecipanti di Serial Classic, il ciclo di workshop in cui affianco fragranze storiche che hanno dato vita o reso celebri le varie famiglie olfattive alle reinterpretazioni dello stesso tema oggigiorno.
Non era certo facile trovare una incarnazione contemporanea degli esperidati aromatici, famiglia nata con Green Water di Jacques Fath.
Durante l'incontro la formula originale ha lasciato tutti a bocca aperta: la raffinatezza mentolata di questa eau givrée è ancora così attuale che alcuni mi hanno chiesto se fosse ancora in vendita. Sembrava quasi che chez Jacques Fath la direttrice creativa Rania Naim Barakat ci stesse ascoltando: pochi mesi dopo il riposizionamento del marchio ha riportato Green Water al suo splendore.

Vincent Roubert
Nata nel 1946 dal genio di Vincent Roubert, Green Water si scosta dalla struttura classica della colonia agrumata per due particolarità. La prima è l'accordo esperidato che non punta su un cesto di agrumi bruschi. Usa invece una pioggia di neroli, la ben più pregiata essenza di fiori di arancio amaro (oggi siamo oltre i 3000 €/kg) che è decisamente meno agro e più rugiadoso, fruttato e carnale ma anche leggermente amarognolo. Per esaltare le inflessioni erbacee e corroboranti del fiore, Roubert lo sposa ad un mazzetto odoroso di estragone, basilico, un nonnulla di lavanda e soprattutto menta in un connubio inedito che ha subito stregato clienti ed amici del couturier, donne e uomini.
Immaginatevi il fascino di Ava Gardner mentre si rinfresca fra una scena e l'altra sul set di Il bacio di Venere. O ancora il sex appeal di Yul Brynner (chiacchieratissime le sue foto di nudo all'epoca) che l'adotta da subito e che ne farà il suo profumo della vita: un fil di fumo dalle labbra e l'immancabile sigaretta, lo sguardo intenso e quel tocco di freschezza che rende l'atmosfera ancora più rovente.

Ava Gardner nel '46 sul set di Il Bacio di Venere - Yul Brinner

Sessant'anni dopo che sorpresa ritrovare ad Esxence 2016 Green Water nella collezione Fath's Essentials creata da Cécile Zarokian. Credo lei si ricordi ancora il sorriso sul mio viso mentre odoravo la mouillette, almeno quanto io ricordo il suo mentre le dicevo che ho il vintage. Pur essendo la formula necessariamente diversa, M.me Zarokian ha fatto un lavoro 'eccellente per far rivivere Green Water, inconfondibile e frizzante come appena uscita dalle mani di Vincent Roubert. Ed è ancora più notevole date le peripezie che ha affrontato, in primis l'impossibilità del marchio di accedere alla formula originale.

Con Rania Naim e Cécile Zarokian a Fragranze 14
Infatti l'Osmothèque di Versailles ha potuto ricreare esattamente Green Water grazie a Yves Roubert, il figlio di Vincent Roubert che anni fa ha messo una raccolta di formule del padre (fra qui quella del mitico Iris Gris) direttamente nelle mani di Jean Kerléo. Purtroppo la politica dell'Osmothèque di non divulgare le formule ha costretto qui il profumiere ad un bizzarro destino: ricostruire la fragranza per approssimazioni successive, viaggio dopo viaggio a Versailles per confrontarle. Unica guida i suggerimenti di Monsieur Kerléo: "Neroli, più neroli!". E ancora: "Monsieur Roubert usò due tipi di menta per dare più naturalezza e tridimensionalità".

Yul Brynner - George Platt Lynes (1942)
Il risultato è decisamente valso la pena. Forte della naturalezza di un generoso 5% di essenza di neroli e del refrigerio agreste di menta (menta piperita e menta arvensis), la colonna portante di agrumi asciutti e foglioline rubato alla cucina mediterranea evoca il più fedelmente possibile l'eleganza spensierata dell'originale. Solo nel finale contemporaneo il registro si sposta dall'impronta chypre verso un tono più muschiato e minerale, senza però perdere la carezza ruvida del vetiver di Haiti. Anche il packaging essenziale, un cilindro di vetro abbracciato dall'etichetta bianca a nastro come usava nel dopoguerra, mi è piaciuto per la continuità stilistica con la tradizione.
Per me ormai è diventato un must dell'estate e, se al mattino fa sentire impeccabili, il godimento più grande è indossarla à la Yul Brynner diciamo: dopo la doccia, diffusa generosamente sulla pelle nuda col suo brivido prima di sfiorare le lenzuola.

Cronologia:
  • 1946 - Jacques Fath lancia Green Water nella formulazione originale di Vincent Roubert
  • 1967 - Jacques Fath Parfums passa a L’Oreal che rilancia Green Water con un packaging più moderno.
  • 1993 - Green Water viene rilanciata e riformulata con l’uso di menta spicata, troppo funzionale e dentifricia
  • 2002 - Ulteriore riformulazione a norme IFRA
  • 2015 - Il gruppo Panouge riposiziona Jacques Fath Parfums rilanciando Green Water
Note di testa: neroli, bergamotto, mandarino
Note di cuore: menta, basilico, estragone
Note di fondo: vetiver, muschio di quercia, ambra grigia

1 commento:

Anonimo ha detto...

Immaginare un uomo profumato così ha svegliato la mia libidine mumificata.

Grazie per il viaggio gratuito che ci regala sempre che disegna una fragranza!

Sandra Barros (Brasile).

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