21 novembre 2017

Kingdom edp di Alexander McQueen (J. Cavalier, 2003)

La pubblicità di Kingdom
Nel dicembre 2000, il gruppo Gucci acquisì il 51% del marchio Alexander McQueen e stanziò un piano per l'apertura di negozi monomarca a Londra, Milano e New York e la costituzione di Alexander McQueen Parfums. Essendo un grande fan di questo genio rivoluzionario, ricordo che salutai l'apertura della sua boutique milanese come una boccata d'aria fresca fra gli strascichi asfittici del minimalismo anni '90.
Non più tardi di dicembre 2003 sentii Kingdom per la prima volta e me lo ricordo ancora bene perchè era completamente diverso dal resto dell'offerta massificata. Era il momento in cui la maggior parte dei profumi permanentati anni '80 erano stati sbiancati da una decade saponosa di galaxolide. Non c'è da meravigliarsi quindi che risultasse strano o talvolta disturbante. Diversamente dal più conservativo nuovo McQueen, un vistoro floreale in flacone nero con collare di piume dorate, Kingdom era davvero la perfetta traduzione delle creazioni polarizzanti che l'enfant terrible della moda britannica faceva sfilare in passerella. Eccovi allora il tributo a questa fragranza che ho scritto per ÇaFleureBon.


McQueen PE 2002
"The dance of the twisted bull"
Durante la collaborazione con il maestro profumiere Jacques Cavalier-Belletrud (che all'epoca lavorava per Firmenich), Alexander McQueen era nel mezzo di un periodo glorioso ricco di collaborazioni artistiche e premi, mentre usciva la strepitosa collezione "The dance of the twisted bull" (la danza del toro perverso) tutta tinta in argento, rosso, bianco e nero. Metteteci in mezzo a questo team creativo un giovane Kilian Hennessy appena arrivato da Gucci e giurerete che nulla di meno che pericoloso poteva uscire da questa liaison.
L'amicizia profonda e la collaborazione artistica fra la musicista Bjork e Alexander McQueen era uno degli ingredient chiave del loro influenzarsi reciprocamente fin dall'uscita dell'album Homogenic curato dal giovane McQueen stesso. Entrambi erano interessati dalla relazione fra tecnologia, natura e quel senso di decadenza che vivono gli inglesi dai tempi in cui l'Impero Vittoriano si è sgretolato. Nel 1997, Bjork disse in una intervista al Chicago Sun Times "Ho spiegato a Lee che la persona che ha scritto queste canzoni è qualcuno che si trova in una situazione impossibile, così impossibile da dover diventare un guerriero, ma un guerriero che ha dovuto combattere con l'amore, non con le armi".

Bjork indossa il famoso vestito a campana di Alexander Mc Queen nel video di "Who is it" dall'album Medulla del 2004

Non posso fare a meno di provare questa tensione fra amore, resilienza e rovina già nell'aprire la scatola di carta ruvida di Kingdom, leggendo la frase sulla rima interna "Pierce my heart again" (trafiggimi ancora il cuore). Il flacone stesso sembra una specie di armatura da cuore high-tech in acciaio segata per esporre il muscolo rosso e pulsante, e di conseguenza il suo liquido fragrante.
 Appena spruzzato su pelle, le note di testa sono fresche di agrumi ma insolite con un verde amarognolo e astringente fra angelica e pompelmo. Nel caso questa overture androgina non fosse abbastanza polarizzante, il calore del bouquet floreale di gelsomino e soprattutto rosa che a qualcuno ricorda Dune di Christian Dior (Jean-Louis Sieuzac, Dominique Ropion e Nejla Bsiri-Barbir) qui è sostenuto da un'ondata di cumino e dal tocco arso del chiodo di garofano.

Questa decadenza evocativa di una danza col toro perverso, di mazzolini vittoriani trapuntati di neroli e grovigli di corpi accaldati diventa protagonista sulla mia pelle inserendosi in quella tendenza per le rose speziate e sapide inaugurata appena prima da Rose Poivrée di Jean-Claude Ellena. Il meglio deve ancora arrivare però, perchè il fondo si amplifica attorno alla cremosità romantica del sandalo: meno polveroso di fava tonka rispetto allo stile guerlainesco, qui la natura vince sulla technologia, il sangue e la pelle sull'acciaio. Lasciandosi alle spalle l'era chiururgica del calone, Kingdom ha cambiato le regole ricollegandosi alla famiglia dei legnosi orientali femminili lungo la scia di Samsara di Jean-Paul Guerlain regalando a questo meraviglioso fallimento, questa "situazione impossibile" una seconda opportunità. Il gusto medio del tempo e i mega direttori ai piani alti l'hanno destinato all'insuccesso non comprendendo la sua bellezza selvaggia. Trafiggimi ancora il cuore, perchè dove c'è gusto non c'è danno.

Dark Angel, Tim Walker per Vogue UK di marzo 2015. Abito della collezione McQueen PE 2002 ©
Nota: Kingdom venne inizialmente lanciato in eau de parfum e venduto nelle boutique Alexander McQueen e in pochi punti selezionati. Sono state lanciate diverse edizioni limitate della fragranza negli anni seguenti e perfino un Kingdom parfum. La McQueen Parfums venne poi acquisita da P&G che ripropose la fragranza in una versione eau de toilette. Più leggera e meno complessa, continuava comunque a distinguersi per la sua famigerata nota di cumino che la rendeva tutt'altro che piaciona.

Le note includono: bergamotto di Calabria, mandarino di Sicilia, arancio, neroli tunisino, rosa, gelsomino indiano, cumino, zenzero, vaniglia francese e mirra indonesiana



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