23 marzo 2011

Un caffè in Roma con Kilian Hennessy

Kilian Hennessy, per la prima volta in Italia a parlare della sua linea di fragranze By Kilian nel nuovo store romano di Campomarzio 70, mi attende in un angolo tranquillo dove ci sediamo per una tazza di caffè fumante e per soddisfare le mie curiosità.
Ciò che si nota immediatamente in lui è la classe, quella vera, quella delle persone che anche nel gesto più banale di bere un caffè catturano l'attenzione per la loro grazia naturale. Kilian, lineamenti gentili quasi da novello Dorian Gray, infonde oltre al fascino anche quella naturalezza che sa mettere a proprio agio le persone, parlando con voce pacata e sguardo diretto di chi affonta la vita con passione.
Parlandogli si capisce che proprio la passione che l'ha guidato a non vivere nell'ombra del suo cognome. Fin da ragazzo si interessa al mondo degli odori e più tardi fa esperienze significative nell'ambito della comunicatione nell'industria del profumo. Inoltre ha approfondito le proprie conoscenze olfattive e tutto ciò alla fine l'ha portato a tradurre il suo modo di intendere questa passione nella sua linea di fragranze L'oeuvre noire a cui si aggiunge la recente collezione di oud Arabian Nights.

E: Ciao Kilian, hai lavorato molto nell'industria delle fragranze per Dior, Paco Rabanne, McQueen e Armani giusto per citarne alcuni, prima di fondare il tuo brand. Cosa di buono da questa esperienza hai voluto portare con te e cosa hai voluto assolutamente evitare nel creare i tuoi profumi?
K: Vedi, ho lavorato per tutti questi marchi per molti anni, per quindici anni. E' un'industria problematica a suo modo rispetto a ciò per cui siamo qui oggi. Per certi versi possiamo fare un paragone con l'industria cinematografica: c'è l'industria da Blockbuster e poi c'è il Sundance film festival. Quando fai parte di Blockbuster la gente investe un sacco di denaro in un film con grandi attori e ce ne sono di buoni e cattivi e si aspettano successo e si devono incassare milioni e milioni per poter coprire le spese. Quando lavori per Armani, che è la seconda grande azienda di profumi al mondo dopo Chanel, quando lanci un profumo per Armani ci si aspetta un ritorno come minimo di cento milioni di dollari, come minimo.

Quindi c'è grande aspettativa e siccome devi farcela, devi creare una fragranza che sia comprensibile, che possa piacere a tutte le culture nel mondo. Dovrà piacere in medioriente, agli asiatici, agli europei che ci han messo gran parte del concept, agli americani e sudamericani. Da un certo punto di vista, è difficile fare un buon prodotto che in un'unica occasione, solo dal nome sia in grado di catturare immediatamente l'attenzione, immediatamente, perchè il suo successo si vede in due settimane oppure il prodotto viene tolto dagli scaffali, il distributore ti gambizza e non c'è più possibilità di successo, quindi è una realtà completamente differente, capisci. Tutto questo non mi piaceva perchè quando devi piazzare un successo in due settimane dev'essere facile da capire, i nomi sono cortissimi, insignificanti, la qualità scarsa, sai, black, blue, aqua for man, semplicissimi, non volevo che fosse così per me. Ciò che volevo pensando alla mia impresa era qualcosa che fosse denso di significato, con nomi incisivi, nomi che raccontano storie, per me il profumo è una grande storia ancor prima di diventare una fragranza. Prima di tutto per me viene il nome. Scrivo il nome, per tutti i nomi della mia collezione, e quando i nomi sono scritti e la storia mi piace, come in un libro, quando il libro è scritto vado dalla profumiera e le dico ok, per esempio come potresti esprimere Don’t be shy (non essere timida/o), quando racconto l'emozione che voglio esprimere con don't be shy, voglio esprimere la passione in una relazione, un momento d'amore col partner che vuoi rivivere all'infinito. Quindi volevo qualcosa di dolce ma non dolce come Angel, è gia stato fatto e ben fatto anche e non volevo fare una copia, volevo farlo a modo mio per la mia linea. Così durante la creazione di Love, lei un giorno è arrivata con la ricostruzione di un accordo al marshmallow che aveva trovato in un vecchio ricettario di creme, un libro di cucina, e l'abbiamo unito ad un bouquet di fiori, gelsomino, iris, fior d'arancio ed ecco che è nato Don't be shy, è stato molto interessante.
Ci sono molti profumi ma i miei hanno avuto grande successo perchè hanno molto carattere secondo me, li adoro e non avrei mai pensato che così tanta gente potesse amarli come Straight to heaven. Straight to heaven è uno dei miei top sellers, non ci sono agrumi, fiori o cibo, è rhum, patchouli, cedro, ambra, note animali, quindi è scuro, diretto, ha una formula breve, non c'è dolcezza in esso, è ciò che sono tipicamente, è tipicamente facile da portare, la fragranza perfetta per il suo nome.
Ogni settimana ricevo lettere di gente che mi racconta come si sente quando indossa Straight to heaven, per esempio so di gente fermata per strada. Un giorno un impresario era seduto in un ristorante quando una donna ha sentito la fragranza, non lo conosceva ma gli piaceva talmente il patchouli che è andata a leccare il collo dell'uomo, l'ha portata al settimo cielo e questo non può succedere con un profumo che si chiama blue.

E: In molte interviste dici di non avere idea di chi sia il tuo cliente tipo. Qual'è allora l'idea che ti piacerebbe i clienti percepissero dal packaging e dalle tue fragranze e dalle note in esse?
K: Non lo voglio sapere, non mi interessa. Ogni volta che ripenso alle aziende questa era la loro più grande preoccupazione "Chi è il cliente target per noi?" noi del consiglio di amministrazione abbiam detto bla bla bla, facciamo molti test per capire quale sia il cliente standard. Tutto questo non mi interessa. Ciò che mi interessa è prima di tutto fare una bella collezione pregna di significato, con dietro una storia, con riferimenti interessanti, riferimenti letterari ed artistici. Ci metto molto di quello che penso, in qualche modo voglio essere più sveglio: i pezzi sono tutti sul tavolo ma non voglio metterli assieme, devi farlo da solo. Non voglio che tu pensi ciò che voglio, ti lascio libero di usare la testa, ti do solamente i pezzi e tu li unisci nel modo che più ti piace.


E: La tua "L’Oeuvre noire" ha forti riferimenti letterari agli scritti di Marguerite Yourcenar e "les poètes maudits". Hai anche realizzato delle speciali bottiglie in edizione limitata con dei dipinti e dato il nome ad una fragranza citando una canzone. Da cosa prende spunto la tua ultima creazione "Love and tears"?
K: Oh qualcosa di competamente diverso. Love and tears è il quarto capitolo della serie dedicata all'amore. Nella serie love c'è Prelude to love: invitation, che vuole esprimere l'inizio di una relazione, poi Love: don’t be shy, la passione di una relazione, inotre Beyond love: prohibited per quando potresti cadere in tentazione di giochi proibiti in una relazione e Love and tears: surrender che vuole rappresentare la fine di una relazione ma anche l'idea di arrendersi ad un nuovo amore, che poi è esattamente ciò che stavo vivendo allora perchè stavo divorziando dal mio primo matrimonio mentre ero già innamorato di qualcun altro.

E: Quindi ci hai messo dentro un po' della tua storia...
K: Esatto, ma alla fine chiunque può capirlo. L’oevre noire parla della vita, voglio dire, chiunque si è arreso all'amore, ha avuto passioni, proibizioni, lacrime e amore, chiunque è stato tentato da legami pericolosi, chiunque ha provato intenzioni crudeli a volte o paradisi artificiali. Sai, per me la collezione parla veramente della vita quindi c'è molta parte di me ma penso che molta gente potrà ritrovare parte di se stesso perchè tutti abbiamo provato le stesse emozioni.

E: Sul tuo sito web invece delle classiche piramidi, hai usato un modo originale dando le ricette dei tuoi profumi. Come ti è venuta in mente questa brillante idea?
K: Tutto ciò che cerco di fare è di riportare la profumeria a dire la verità. Uno del più grandi problemi della profumeria è che la gente dice talmente tante bugie sui profumi, i produttori dicono bugie, cioè, che i profumi contengono fiori e legni e oud e così ho sentito ogni sorta di cosa. Una delle aziende dice "Oh abbiamo fatto un profumo con un fiore che cresce sull'Himalaya tra marzo e maggio". Abbiamo bisogno di dire la verità ai clienti: la verità è molto semplice, che il profumo è una ricetta da cucina. Il profumiere è come uno chef e le materie son sempre le stesse, il talento non sta nel tipo di materie, lo chef non sta lavorando con un animale nuovo o un pesce nuovo o un nuovo ortaggio. Gli ortaggi, i pesci e le carni son quelle per tutti quanti, il talento sta nel modo il cui la ricetta viene cucinata. Questo è quello che conta nei profumi ed è quello che stiamo cercando di fare. Ed è anche quello di cui si rende conto il cliente quando dice "C'è molta lavanda, ora capisco" e che lo porta a dire "Oh ora capisco che c'è dentro".
E: Quindi qualcosa di realistico rispetto al profumo?
K: Esatto, realistico rispetto al profumo.


E: Qual è la ricetta per un buon profumo?
K: Se l'avessi la venderei per qualche milione!

Ridiamo entrambi, bella battuta, farei lo stesso, quindi passo all'ultima domanda

E: Cosa ci aspetta prossimamente nella collezione By Kilian?
K: Lanceremo a settembre l'ultimo profumo de l’oeuvre noire che chiuderà la collezione e l'anno prossimo lanceremo una nuova collezione

E: Qualche anticipazione su questa uscita?
K: Oh sarà il riassunto di tutto

E: Quindi vuoi fare il misterioso…
K: Oh allora, dovrete aspettare solo un paio di mesi ancora suppongo.

1 commento:

saraprfms ha detto...

Grazie per la "traduzione italiana" Ermano!...
Purtroppo By Kilian rientra nella rosa delle marche che da me non riesco a trovare...possiedo un piccolo campione del delicato Prelude to Love -che non mi è piaciuto poi tanto-...un pò poco per farmi un'idea delle sue creazioni.

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