12 aprile 2012

Highlight da Esxence 2012 (3)

Continuando la rassegna dei must sniff di questa edizione, col suo flacone melanzana e oro accattivante, Aedes de Venustas è certamente uno dei nomi da ricordare. Il celebre concept store americano infatti ha deciso di osare in tutti i sensi per la sua fragranza simbolo lasciando a Bertrand Duchaufour piena libertà creativa. Come ha confessato anche nelle fasi di realizzazione a Denyse Beaulieu di Grain de Musc, era da tempo che Bertrand sognava di spingersi in una direzione insolita perfino per lui. Il risultato è stupefacente come solo un maestro può fare. Croccante come un gambo di rabarbaro appena spezzato, il jus ha un'architettura corroborante sorretta da un pilastro verde che l'attraversa da cima a fondo, rivestito di riflessi cangianti e ben posato su una base neochypre elegantissima.

Pienamente nel trend verde è Casbah di Robert Piguet che al mio naso ha brillato sopra gli altri quattro lanci della Nouvelle Collection. Ispirandosi ai souk marocchini Aurelien Guichard compone un vivace per foglie, petitgrain e tabacco, mosso da un bel contrappunto di spezie fredde, cardamomo, coriandolo e pepe nero su fondo legnoso, incensato e delicatamente poudré.

Che Ralf Schwieger si trovi a suo agio muovendosi tra i registri agrumato-speziati e sapidi non è una novità. Ammiro da sempre l'apertura di Eau des Merveilles che flirta con l'arancia ed il pepe senza cedere ne all'una ne all'altra. Scoprire che avrebbe collaborato con Etat Libre d'Orange ad una fragranza ispirata ai profumi e ai sapori dei piatti cucinati da un devoto e sorridente ragazzo filippino mi aveva incuriosito. Nella sua spensieratezza infatti Philippine Houseboy è un agrumato morbido ma non banale che unisce l'aspetto goloso del lime alla morbidezza lattea del cocco, il frizzo di coriandolo e zenzero alla nota umami e rosata del basmati cotto. Tocco geniale è quell'accenno saponoso che emerge nel fondo, che unito al cumino gli dona persistenza e calore e lo riporta veramente alla sensazione dell'abbraccio innocente ed ambrato di un amorevole orientale.

Contrariamente al gusto classico che predilige la freschezza acidula del limone, ho sempre amato gli agrumi amari (di nuovo il trend che vuole agrumi morbidi), l'arancio amaro e il pompelmo a cui ho anche legato delle memorie della mia infanzia. Forse per questo mi è piaciuto Le Pamplemousse di Miller Harris o forse perchè il nuovo packaging giallo si accompagna ad uno stile che si prende meno sul serio del solito per Lyn Harris. L'accordo di pompelmo è allegro, succoso e si colora di una texture ricca di sfaccettature che vanno dallo speziato delle bacche rosa al verde petitgrain, dal bianco del fior d'arancio al salvia.

Ancora salvia sclarea, ancora note verdi unite alla tendenza per gli umori lattei ed anisici fra mimosa e mandorla verde: ecco Candour, la nuova fragranza di Humiecki&Graef ispirata all'affinità, a quella sensazione di corrispondenza tra due anime che si sono solo accarezzate. Bella anche la foto di presentazione scelta da Tobias Müksch e Sebastian Fischenich che rende proprio l'idea di questa carezza.
Molto usata nelle fragranze maschili degli anni '70-'80, la salvia rischia di dare subito questa connotazione temporale alle fragranze in cui spicca particolarmente. Mi è piaciuto come invece i due Christophes (Hornetz e Laudamiel) siano riusciti a ricreare la suspence emotiva di questo sentimento usando il suo aroma erbaceo profondo, quasi resinoso e muschiato in un contesto moderno, linfatico e floreale all'avvio che si stempera poi in latte di mandorla e legni.

Decisamente più legnoso e orientale ma sempre nel segno delle note lattee, ho trovato Lumière Blanche di Olfactive Studio uno "scatto" ben messo a fuoco nel portfolio olfattivo di Celine Verleure. La fragranza composta da Sidonie Lancesseur (Frapin 1270, By Kilian Cruel Intentions) di Robertet si ispira stavolta ad uno scatto di Massimo Vitali che ritrae la famosa Scala dei Turchi di Realmonte in Sicilia. La luce immacolata che rifrangono roccia ed acqua si traduce in un liquido opalino per amplificare anche visivamente una morbidezza torbida. Cedro e Sandalo, lambiti dai balsami lattei, si fanno caldi e quasi umani mentre le spezie dardeggiano in testa come flash di luce mattutina. L'incenso ancora il jus alla pelle avvolgendola in una scia di mistero.

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