Oltre ad apprezzare la creatività dissacrante di Pesce, vi voglio segnalare l'esposizione per la particolare presentazione multisensoriale con cui si preannuncia soprattutto per quanto riguarda l'olfatto. L'Archistar infatti ha voluto collaborare con l'Atelier TAF di Leonardo Opali. vulcanico appassionato vicentino che ha mosso i primi passi odorosi alla fucina di Smell Atelier. Conoscendo Leonardo sin dale prime edizioni dello Smell Festival di Bologna, non ho resistito dal fargli qualche domanda su questo entusiasmante progetto.
E: Complimenti Leonardo! Sono curioso, come è stato l'incontro con il Maestro Pesce?
L: Squilla il telefono, sul display vedo “New York” sarà la pittrice Frances Middendorf o il direttore del Museo con la quale abbiamo esposto opere profumate in 2 mostre a New York e in 2 Ville Venete, penso. Invece è lo studio dell’Architetto Pesce che chiede se sia possibile realizzare un profumo che incarna le fatiche quotidiane della donna ovvero il suo sudore. La mia risposta è: “Ma certo! Più strana è la richiesta, più mi diverto”. All’inizio volevo assecondare al massimo l’idea dell’Architetto ma, sentite le tre proposte che gli avevo inviato, l’Architetto mi dà carta bianca.
E: Che forza! E quindi con che approccio hai sviluppato la fragranza?
L: Ho pensato subito alle parole della cara amica Anna D’Errico ricercatrice al Max Plank di Francoforte, al meccanismo dell’innamoramento chimico olfattivo: in realtà il colpo di fulmine viene descritto come una gran sniffata dove il nostro inconscio ci permette di capire se il partner ha un patrimonio genetico sufficientemente diverso da poter generare una prole sana e diversa per la continuazione della specie. L'odore corporale è quindi quello che ci mette a nostro agio e favorisce l’accoppiamento. Ho iniziato allora col riprodurre un sudore che abbia qualcosa di leggermente respingente per la maggior parte delle persone, ma anche che possa intrigare.
Quando qualcuno mi chiede un profumo afrodisiaco, racconto sempre quello che mi disse Luigi Cristiano sulle le matrone romane: andavano matte per l’olio ricavato dalla macerazione di garze con le quali veniva asciugato il sudore fresco dei lottatori. Anche oggi un buon odore di sudore può essere magnetico per una persona su venti, il problema è per le restanti diciannove!
E: Come bilanciare allora due sensazioni opposte?
L: Avevo le idee chiare: realizzare un sudore fresco, muschiato, secco, privato di quelle note cupe tipiche della fermentazione e putrefazione e poi approfittare di tutti i clienti che passano nella profumeria di Arzignano dove ho il mio corner e fare prove di smelling finchè non trovo il limite tra il leggermente schifato e l’attratto, in effetti avrò perso qualche clien-te del primo gruppo ma il gioco era troppo avvincente per me, era irrinunciabile.
Raggiunto il rapporto uno-due clienti attratti su venti, ero pronto per avviare la produzione del profumo. Viste le grandi quantità mi sono appoggiato ad un laboratorio certificato in modo da avere tutta la documentazione per la registrazione a tempo record al Ministero come un normale profumo per ambiente denominato “Fatigue” per tranquillità mia , dell’Architetto e del museo che lo ospiterà.
Ora fino all’8 febbraio 2017 potete andare al Museo Novencento e provare ad annusare la stanza dei Sensi. Qualcuno la troverà intrigante, qualcuno nauseabonda.
Dopo aver profumato le opere polisensoriali di Passion of Palladio con Frances Middendorf e Anna Boothe con l’odore del Potere di Bonifacio Pojana per Villa Pojana, l’odore del Nettuno di Villa Venier Contarini e l’odore della religiosa con Elena Lucrezia Cornaro per Villa Corner, questo progetto così provocante lascerà di certo il segno nei visitatori. Grazie Leonardo, ora sono ancora più curioso di entrare in questa stanza dei Sensi!
Image credits: Leonardo Opali, in esclusiva per La Gardenia nell'Occhiello
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