"Rosa fresca aulentissima ch’apari inver’ la state,
le donne ti disiano, pulzell’ e maritate"
Leggendo questi versi mi sembra quasi di immaginare Francois Coty nell'atto di frantumare a terra nei magazzini del Louvre un enorme flacone de La rose Jaqueminot (1906) e subito dopo di vedere accorrere le avventrici attirate dal magico effluvio di rosa rugiadosa come narra il celebre aneddoto sugli esordi di Monsieur Coty. Potere del rodinolo (geranio) e degli iononi (violetta)?
Le donne ti disiano diceva il poeta e io aggiungerei pure gli uomini. Anche se la cosa potrebbe suonare strana, il fiore della rosa offre talmente tante sfaccettature olfattive da essere forse il più versatile e utilizzato nella profumeria moderna. È forse la cosa che più è balzata al naso durante l'incontro organizzato dagli amici del forum di Adjiumi da Calé. Silvio Levi ci ha accolti nel suo salotto per parlare con Maurizio Cerizza della rosa e delle sue sfaccettature nelle materie prime utilizzate da un naso. Si trovano infatti oltre quattrocento tipi diversi di molecole odorose nel profumo della rosa il che ci fa capire quanto la natura sia incredibilmente complessa da ricreare.
28 settembre 2010
Very fragrant fresh rose
"Rosa fresca aulentissima ch’apari inver’ la state,
le donne ti disiano, pulzell’ e maritate"
"Very fragrant fresh rose ye appearing close to summer,
women desire ye, maids and married"
Reading these rhymes one can almost imagine Francois Coty while smashing on the floor of the Louvre department stores a big bottle of La rose Jaqueminot (1906) and suddenly seeing all the ladies flocking attracted by the bewitching smell of dewy rose. This is what a famous anecdote about Monsieur Coty beginnings tells: power of rhodinol (geranium) and ionones (violet)?
Women desire ye says the poet and let me add also the men. Even though the thing may sound strange, rose offers so many olfactory facets to likely be the most versatile and used smell in modern perfumery. This is probably the thing that mostly thumbed up to the noses during the meeting organized by the friends of Adjiumi's forum at Calé. Silvio Levi welcomed us in his drawing-room to speak with Maurizio Cerizza about rose and its facets within the raw materials used by a nose. In fact we can find more than four hundred kinds of smelling molecules in the smell of rose. This can help us figuring out how incredibly complex nature can be to reconstruct.
le donne ti disiano, pulzell’ e maritate"
"Very fragrant fresh rose ye appearing close to summer,
women desire ye, maids and married"
Reading these rhymes one can almost imagine Francois Coty while smashing on the floor of the Louvre department stores a big bottle of La rose Jaqueminot (1906) and suddenly seeing all the ladies flocking attracted by the bewitching smell of dewy rose. This is what a famous anecdote about Monsieur Coty beginnings tells: power of rhodinol (geranium) and ionones (violet)?
Women desire ye says the poet and let me add also the men. Even though the thing may sound strange, rose offers so many olfactory facets to likely be the most versatile and used smell in modern perfumery. This is probably the thing that mostly thumbed up to the noses during the meeting organized by the friends of Adjiumi's forum at Calé. Silvio Levi welcomed us in his drawing-room to speak with Maurizio Cerizza about rose and its facets within the raw materials used by a nose. In fact we can find more than four hundred kinds of smelling molecules in the smell of rose. This can help us figuring out how incredibly complex nature can be to reconstruct.
23 settembre 2010
Stile newyorkese, con un certo je ne sais quoi
L'interno del flagship store ODIN |
La cosa che colpisce subito è il packaging essenziale e funzionale come lo chic american style ama: scatole nere, materiche, alte e con delle scritte sul dorso, quasi fossero dei romanzi in edizione limitata. Nero su nero, liscio su ruvido, lucido su opaco: così si scrive la storia di questi racconti e la luce che trafigge i quattro flaconi lascia intravedere la trama ambrata degli inchiostri di queste novelle profumate che parlano francese e vestono yankee.
Confesso che quando sento il termine profumo unito all'aggettivo americano parto sempre prevenuto: nella mia testa scatta un'associazione di idee che mi riporta a qualcosa di maniacalmente pulito tipo detersivo, oppure forzatamente sintetico e stucchevole tipo jelly beans, o peggio ancora a qualcosa di disarmonico che viene spacciato per un giovane, moderno prodigio della profumeria. Fortunatamente sono curioso come una scimmia e rapito dal fascino del contenitore mi affretto a scoprire il contenuto.
New York style, with a certain je ne sais quoi
Among the various stands at Pitti Fragranze, in the Spring section dedicated to new brands there was one that claimed attention above all for the essential display: ODIN, concept store based in the east-end of New York, which name is inspired by Odin, god of victory and knowledge of the nordic mythology, launches a line of four fragrances inspired by travels following myths and legends.
The ODIN flagship store |
The most eye-catching thing at first glance is the lean and practical packaging like the american style chic loves: black boxes, physical, tall and with writings on the spine, almost like limited edition books. Black on black, smooth on rough, glossy on matt: this is the way the story of these novels is written, and the light that pierces through the four bottles let you see the ambery texture of the ink of these novels speaking french and dressing yankee.
I confess that when I hear the word perfume and american together, I'm kind of biased against it: in my mind something conjures up maniacally clean stuff like soap powder, or strongly synthetic and cloying like jelly beans, or even worse something unbalanced passed off as a fresh, modern wonder of perfumery. Fortunately I'm curious like a cat and ravished by the charm of the container I quickly go discovering the content.
17 settembre 2010
Impressioni di settembre (II)
Curiosando a naso spiegato tra gli stand di Pitti Fragranze, altro tema che è sembrato emergere è quello delle spezie che, mai sparite del tutto, sono tornate a dominare la tavolozza olfattiva di diverse fragranze.
Allo stand di Nobile 1942, assieme ad alcuni amici del forum di Adjiumi e di Bergamotto e Benzoino abbiamo avuto l'occasione di sentire in anteprima Frapin 1697 (ex Les ailes du desir dal celebre film di Wim Wenders "Il cielo sopra Berlino"), la nuova fragranza creata da Bertrand Duchaufour per Frapin così chiamata dall'anno in cui Pierre Frapin venne nominato "Apothicaire du Roi" dal Re Sole.
Nella sua composizione Duchaufour parte dall'impronta liquorosa che caratterizza gli altri Frapin per creare un nettare avvolgente, privo di asperità il cui unico contrappunto è affidato ad un'apertura marcatamente alcolica di assoluta di rum e a un cuore in cui emergono cannella e chiodi di garofano. Lo sviluppo scorre setoso su note di gelsomino e davana fiorito-resinose con un che di marmellata d'uva. Sulla mia pelle questo passaggio è predominante e la nota fruttata è quasi succulenta, amplificata dalla vaniglia che emerge abilmente bilanciata dalle spezie. Provato sulla pelle femminile, pareva smorzare le spezie a favore della vaniglia mentre su quella maschile era l'opposto. Le note indicano la presenza della rosa che però sia sulla mouillette che sulla pelle credo mi sia sfuggita rapito dalla grande qualità delle materie prime e dall'opulenza dell'evoluzione. Non vedo l'ora di riprovarlo coi primi freddi per apprezzarlo a pieno.
Allo stand di Nobile 1942, assieme ad alcuni amici del forum di Adjiumi e di Bergamotto e Benzoino abbiamo avuto l'occasione di sentire in anteprima Frapin 1697 (ex Les ailes du desir dal celebre film di Wim Wenders "Il cielo sopra Berlino"), la nuova fragranza creata da Bertrand Duchaufour per Frapin così chiamata dall'anno in cui Pierre Frapin venne nominato "Apothicaire du Roi" dal Re Sole.
Nella sua composizione Duchaufour parte dall'impronta liquorosa che caratterizza gli altri Frapin per creare un nettare avvolgente, privo di asperità il cui unico contrappunto è affidato ad un'apertura marcatamente alcolica di assoluta di rum e a un cuore in cui emergono cannella e chiodi di garofano. Lo sviluppo scorre setoso su note di gelsomino e davana fiorito-resinose con un che di marmellata d'uva. Sulla mia pelle questo passaggio è predominante e la nota fruttata è quasi succulenta, amplificata dalla vaniglia che emerge abilmente bilanciata dalle spezie. Provato sulla pelle femminile, pareva smorzare le spezie a favore della vaniglia mentre su quella maschile era l'opposto. Le note indicano la presenza della rosa che però sia sulla mouillette che sulla pelle credo mi sia sfuggita rapito dalla grande qualità delle materie prime e dall'opulenza dell'evoluzione. Non vedo l'ora di riprovarlo coi primi freddi per apprezzarlo a pieno.
September impressions (II)
Having a look around through the stands with my nose open wide at Pitti Fragranze, another theme that seems emerging are spices that, never disappeared, are now back on stage dominating the olfactory palette of various fragrances.
At Nobile 1942 stand, together with some friends of Adjiumi's forum and Bergamotto e Benzoino we had the chance to have preview smell of Frapin 1697 (formerly Les ailes du desir named after the famous Wim Wenders movie "Wings of desire"), the new frangrance created by Bertrand Duchaufour for Frapin named after the year Pierre Frapin was appointed “Apothicaire du Roi" by the Sun King.
In his composition Duchaufour preserves the liqueur-like footprint that distinguishes the other Frapin scents to create an enveloping and seamless juice. Balance is given by a strong alcoolic opening of rhum absolute and by cinnamon and clove appearing in the heart. The development is silky with notes of jasmine and davana floral-resinous with a hint of grape jam. On my skin this lasts for the main part and the fruity not is yummy, empowered by vanilla emerging through the spices. On female skin it seemed to tone down the spices in favour of vanilla while on the male skin was the opposite. Notes include also rose that I didn't detect though on both paper and skin, maybe because I was blown away by the high quality of raw materials and by the opulent development of the fragrance. I look forward to retry it as the weather cools down to taste it at its full.
At Nobile 1942 stand, together with some friends of Adjiumi's forum and Bergamotto e Benzoino we had the chance to have preview smell of Frapin 1697 (formerly Les ailes du desir named after the famous Wim Wenders movie "Wings of desire"), the new frangrance created by Bertrand Duchaufour for Frapin named after the year Pierre Frapin was appointed “Apothicaire du Roi" by the Sun King.
In his composition Duchaufour preserves the liqueur-like footprint that distinguishes the other Frapin scents to create an enveloping and seamless juice. Balance is given by a strong alcoolic opening of rhum absolute and by cinnamon and clove appearing in the heart. The development is silky with notes of jasmine and davana floral-resinous with a hint of grape jam. On my skin this lasts for the main part and the fruity not is yummy, empowered by vanilla emerging through the spices. On female skin it seemed to tone down the spices in favour of vanilla while on the male skin was the opposite. Notes include also rose that I didn't detect though on both paper and skin, maybe because I was blown away by the high quality of raw materials and by the opulent development of the fragrance. I look forward to retry it as the weather cools down to taste it at its full.
12 settembre 2010
Impressioni di settembre
"Già l'odore della terra odor di grano
sale adagio verso me
e la vita nel mio petto batte piano"
Mentre torno da Firenze risuonano in testa le parole di questa canzone, ripensando alla mia prima esperienza a Pitti Fragranze, esperienza che ha rilanciato la mia mai sopita passione per l'universo olfattivo. L'energia di condividere pensieri e sensazioni su qualcosa che ti fa vibrare dentro che porto a casa mi ha dato lo slancio per riprendere a scrivere questo diario di viaggio nel mondo del profumo.
Questa edizione di Fragranze è stata caratterizzata da molta voglia di intraprendere nuovi percorsi creativi; lo si percepisce da molti segnali. Ad esempio Dyptique con la sua Eau Duelle esplora una composizione un po' più strutturata rispetto all'ispirazione bucolica di molte sue fragranze. La creazione composta da Fabrice Pellegrin (Firmenich) parte in testa con note verdi e frizzanti di ginepro, bacche rosa e cipresso per poi giocare sulla contrapposizione di luce e ombra della vaniglia burbon e dell'olibano di Somalia. Il tutto è supportato da un fondo legnoso di vetiver haiti e legno di papiro. L'effetto è quello di una fragranza verde, rugiadosa all'inizio che poi si scalda in una vaniglia morbida e ambrata con sfumature fumose di incenso. Sulla mia pelle fortunatamente il tutto è contrapposto all'arrivo della nota verde-amarognola di calamus, quasi fosse un sentore d'edera che lo trattiene dal divenire stucchevole, e accompagnando il fondo leggermente legnoso e muschiato (cypriol?) che avvolge in un'aura morbida ma non densa.
sale adagio verso me
e la vita nel mio petto batte piano"
Mentre torno da Firenze risuonano in testa le parole di questa canzone, ripensando alla mia prima esperienza a Pitti Fragranze, esperienza che ha rilanciato la mia mai sopita passione per l'universo olfattivo. L'energia di condividere pensieri e sensazioni su qualcosa che ti fa vibrare dentro che porto a casa mi ha dato lo slancio per riprendere a scrivere questo diario di viaggio nel mondo del profumo.
Questa edizione di Fragranze è stata caratterizzata da molta voglia di intraprendere nuovi percorsi creativi; lo si percepisce da molti segnali. Ad esempio Dyptique con la sua Eau Duelle esplora una composizione un po' più strutturata rispetto all'ispirazione bucolica di molte sue fragranze. La creazione composta da Fabrice Pellegrin (Firmenich) parte in testa con note verdi e frizzanti di ginepro, bacche rosa e cipresso per poi giocare sulla contrapposizione di luce e ombra della vaniglia burbon e dell'olibano di Somalia. Il tutto è supportato da un fondo legnoso di vetiver haiti e legno di papiro. L'effetto è quello di una fragranza verde, rugiadosa all'inizio che poi si scalda in una vaniglia morbida e ambrata con sfumature fumose di incenso. Sulla mia pelle fortunatamente il tutto è contrapposto all'arrivo della nota verde-amarognola di calamus, quasi fosse un sentore d'edera che lo trattiene dal divenire stucchevole, e accompagnando il fondo leggermente legnoso e muschiato (cypriol?) che avvolge in un'aura morbida ma non densa.
September impressions
"Già l'odore della terra odor di grano
sale adagio verso me
e la vita nel mio petto batte piano"
"The smell of earth smell of wheat already
rises slowly towards me
and the life in my chest beats quitely"
While coming back from Florence, this song echoes in my head thinking back to my first experience at Pitti Fragranze. This experience has grown up my never died passion for the universe of smells. Bringing back home a load of energy to share thoughts and sensations about things that makes you thrill inside now gives me the strength to restart writing this travel journal of my discovery in the world of perfumes
This edition of Fragranze has been characterized by a stong wish to start new creative paths; you can feel it from many signs. For example Dyptique with its new Eau Duelle explores a composition a little bit more structured than many of its fragrances with a bucolic inspiration. The creation concocted by Fabrice Pellegrin (Firmenich) starts with green sparkling notes of juniper, pink berries and cypress. Then it goes through the contrast between light and shade of vanilla burbon and somalian olibanum. The base keeps up the whole with vetiver from Haiti and papyrus wood. The effect is a dewy green juice that warms up later in a smooth ambery vanilla with smoky facets of incense. On my skin fortunately this is balanced by the bitter greeness of calamus cutting through the middle, almost like an ivy vibe preventing the smell to become cloying and coupling it with the base slightly woody and musky (cypriol?) that diffuses with a smooth, light, aura.
sale adagio verso me
e la vita nel mio petto batte piano"
"The smell of earth smell of wheat already
rises slowly towards me
and the life in my chest beats quitely"
While coming back from Florence, this song echoes in my head thinking back to my first experience at Pitti Fragranze. This experience has grown up my never died passion for the universe of smells. Bringing back home a load of energy to share thoughts and sensations about things that makes you thrill inside now gives me the strength to restart writing this travel journal of my discovery in the world of perfumes
This edition of Fragranze has been characterized by a stong wish to start new creative paths; you can feel it from many signs. For example Dyptique with its new Eau Duelle explores a composition a little bit more structured than many of its fragrances with a bucolic inspiration. The creation concocted by Fabrice Pellegrin (Firmenich) starts with green sparkling notes of juniper, pink berries and cypress. Then it goes through the contrast between light and shade of vanilla burbon and somalian olibanum. The base keeps up the whole with vetiver from Haiti and papyrus wood. The effect is a dewy green juice that warms up later in a smooth ambery vanilla with smoky facets of incense. On my skin fortunately this is balanced by the bitter greeness of calamus cutting through the middle, almost like an ivy vibe preventing the smell to become cloying and coupling it with the base slightly woody and musky (cypriol?) that diffuses with a smooth, light, aura.
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