Già l'anno scorso avevo letto in giro per il web voci che volevano Bertrand Duchaufour al lavoro su una fragranza costruita attorno a fior d'arancio ed incenso, due note che raramente vanno d'accordo col mio naso. Purtroppo non posso farci nulla: il fior d'arancio echeggia sempre nelle mie narici con un trillo che sa di detersivo. Così ciò che ai più fa sognare la primavera lungo le coste del mediterraneo, per me uomo padano suona come un ordinario tintinnio di stoviglie ed è inesorabilmente legato al ricordo di saponette e bucato. Altra nota dolente è l'incenso che però il genio di Duchaufour era già riuscito a farmi amare in profumi come Dzongkha e Trayee di Neela Vermeire dove la sua maestria lo porta lontano anni luce dai postumi della Messa Alta. Proprio per questo, nonostante aleggiasse il terrore dell'effetto sapone&turibolo, ero curiosissimo di scoprire come Bertrand avrebbe potuto sviluppare questa idea.
13 luglio 2012
12 luglio 2012
L'Artisan Parfumeur Séville à l'aube
Since a year ago there were rumors on the web about Bertrand Duchaufour working on a fragrance based on orange blossom and incense, two notes that seldom go well with my nose. Unfortunately I can't help it: orange blossom up my nostrils always rings a bell about detergent. So what makes most of the people dream about spring on the mediterranean coasts, to me coming from the Po Valley sounds like a coarse tinkling of dishes and it's relentlessly connected to soap bars and laundry. Another trouble is incense but the genius of Duchaufour already succeded in making me fond of it in scents like Dzongkha and Neela Vermeire's Trayee, where his mastery turned it into something light years away from the aftermath of High Mass. Just for this reason, despite the soap&thurible dread brood over it, I was really curious about how Bertrand could have developed this idea.
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