5 settembre 2011

Parfum d'Empire: Fougère Bengale (2007)
Le piogge di Ranchipur

Parfum d'Empire è una linea di profumi nata dalla verve creativa di Marc-Antoine Corticchiato, uomo di origini corse cresciuto in Marocco il cui gusto riflette le contaminazioni di questo crocevia di culture. Come Monsieur Corticchiato stesso spiega in una recente intervista, Parfum d'Empire rende omaggio alla bellezza delle materie prime naturali: mirra, olibano, ambra, materie conosciute fin dall'antichità per cui interi imperi si sono battuti e su cui han costruito la loro fortuna. Già dal nome le fragranze esprimono un immaginario colto ed elegante con riferimenti che vanno dall'impero romano ai fasti delle dinastie cinesi, dalla Russia zarista alle imprese di Napoleone. Infatti stranamente, io che non amo in genere i fougère sono stato subito ipnotizzato da Fougère Bengale fino a farmi galoppare con la fantasia all'impero coloniale inglese e alle battute di caccia alla tigre del Bengala. Come non tornare con la mente agli avventurosi racconti di Salgari che leggevo da ragazzino e poi ancora agli ambienti esotici raccontati da uno di quei film della vecchia Hollywood che si vedono solo il pomeriggio oppure a notte fonda: Le piogge di Ranchipur. Per chi non la conoscesse, la pellicola del 1955 è il remake di un classico del muto del 1937, La grande pioggia con Mirna Loy. Nonostante una fatale Lana Turner all'apice ed un giovane quanto improbabile Richard Burton nei panni di un medico indiano, il film non arriva ad avere lo smalto di Come sposare un milionario, altro successo di Jean Negulesco. Dopo molti anni ciò che mi è rimasto di questa pellicola sono le raffinate atmosfere coloniali da sognare sniffando: le battute di caccia in sahariana color caki, i cocktail party in smocking e turbante, lo sfarzo vittoriano accanto alle capanne di paglia sferzate dal monsone e fuori, nascosta tra le fronde, la tigre coi suoi artigli pronta a graffiare.

Fougère Bengale è certamente uno dei fougère più brillanti dell'ultimo decennio perchè scompone la struttura lavanda-cumarina classica del fougère trasformandola grazie a una buona dose di elicriso il cui aspetto opaco ed aromatico, unito al tabacco e a note animali mielate creano un'aura sensuale dietro il rigore composto del gentleman. Il tocco moderno si spinge ben oltre il classico fougère ambrato e diventa aria torrida sulla pelle madida, arsa dal sole, mischiando il fieno maturo della cumarina non già alla lavanda impettita ma alla vegetazione fitta e misteriosa resa da un cocktail di spezie (pepe e un nonnulla di cumino), note verdi aromatiche e floreali come lilial e lyral. Eppure lontano c'è qualcosa di felino, nascosto e magnetico.

Allo schiudersi delle note di fondo è come se English Fern di Penhaligon's algida perbenista perdesse la testa per il fascino ruvido di Sables di Annick Goutal. La lavanda si fa meno austera in un bagno di miele, l'elicriso la guarda con sorriso da canaglia mentre mastica tabacco. Si attraggono, si toccano, si prendono fino a fondere le loro essenze. All'alba resta un letto sfatto, la traccia di due amanti racchiusa tra lenzuola di lino grezzo, il sole che splende già alto ed esala quell'aroma: Fougère Bengale.
Sillage vigoroso e ottima tenuta fanno vibrare il carattere autentico e virile della fragranza sulla pelle di un uomo scostandosi dal tipico fougère da barbiere. Il suo fondo caldo potrebbe però essere un'arma di seduzione potentissima nelle mani della donna giusta: fiera e pericolosa come una tigre, con un solo spruzzo sotto una camicia di taglio maschile lasciata aperta.

5 commenti:

saraprfms ha detto...

Wow! le tue descrizioni sono bellissime, inutile ripetermi...ormai inizio la lettura già pregustandomi le parole, i rimandi, i paragoni che un profumo che ti piace veramente può meritare e trasformare in poesia. Grazie!

Magnifiscent ha detto...

Grazie a te Saraprfms che mi segui sempre con interesse. E' un piacere condividere le vibrazioni che trasmette qualcosa di bello. Condividerlo con chi riesce a vibrare all'unisono con te è ancora più bello. Ecco perchè ti invito anche a condividere qui le tue quando vorrai :)

marcopietro ha detto...

Ma che bello leggerti! ho un vago ricordo del Bengale, una sfocata immagine insidiosa e poco rassicurante. Devo assolutamente andare a recuperare il sample e risentirlo sotto l'effetto delle tue suggestioni.
Grazie.

Sonia ha detto...

La più pertinente descrizione di Fougere Bengale che mi sia capitata di leggere. Forse perchè i profumi sono una'esperienza personale in tutti i sensi - sia per il modo di recepirli, sia per le corde di evocazione che riescono a toccare - ma anche per me questo Fougere ha rappresentato tutte le mie letture giovanili. E dopo il tuo racconto, mi appartiene ancora di più.

Magnifiscent ha detto...

Ciao Sonia e benvenuta sul mio blog. Che bello indossare il Bengale e immaginarsi al centro di quelle pagine, in mezzo alle foreste indiane fra tigri e nobili avventurieri inglesi vero? Che bello sapere che anche a te ha regalato questo viaggio fantastico, grazie per averlo condiviso!

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