21 marzo 2013

I Maestri del Profumo: Edmond Roudnitska (2)
Eau d'Hermès (1951)

"Un bel profumo è quello che ci provoca uno shock: uno sensoriale prima ed uno psicologico poi" Edmond Roudnitska

Come ho messo in risalto nella prima parte di questa monografia, Edmond Roudnitska in 70 anni ci ha lasciato 17 gioielli con cui ha segnato l'estetica olfattiva contemporanea. Quello che secondo me rappresenta la gemma più preziosa, il capolavoro assoluto che riassume tutta la sua arte è l'Eau d'Hermès. Il 1951 in casa Hermès è un anno rivoluzionario: con la morte di Emile-Maurice Hermès si chiude l'era degli Hermès Frères in cui la griffe da selleria si era trasformata in produttore di pelletteria e accessori di lusso perfino per lo Zar. Per la prima volta in oltre cento anni, l'azienda usciva dalla linea di sangue sotto la direzione del genero di Emile, Robert Dumas. Egli volle subito rimarcare la continuità con l'eredità del passato battezzando il passaggio del testimone con un profumo dedicato a Emile stesso che fosse l'essenza dell'eleganza Hermès. Edmond Roudnitska che aveva trovato in Robert un amico oltre che un committente, recepì questo spirito creando un profumo che emanasse classe e tradizione, ma reinventata attraverso la sua visione astratta della creazione olfattiva.


Pelletteria Hermès - 1925
Il bouquet di Eau d'Hermès traduce svariati temi classici della profumeria francese in un raffinatissimo gioco di allusioni che non si ferma al nozionismo, temi che Roudnitska rielabora per ottenere quello shock olfattivo che secondo lui una bella fragranza deve trasmettere.
C'è un riflesso di Jicky nel contrasto fra la lavanda delle note di testa e la cumarina nel fondo che assieme ad un niente di zibetto dona l'accento tabaccato-mielato. Sempre la cumarina, il cuore floreale e un velo chypre, fanno eco ad uno dei più gloriosi cuoiati di Russia della storia, forse la più bella creazione di André Fraysse che Edmond stimava molto, Scandal, dove l'aspetto corporale del costus è qui rimpiazzato dal cumino. Ecco perché non esisterebbe Eau d'Hermès senza il catrame di betulla o senza rizoma d'iris.
Su questo prodigio olfattivo in bilico fra fougère e chypre cuoiato, Edmond fa splende il sole della Maison, l'arancia che enfatizza il tema agrumato della colonia e rimanda al colore che diverrà proprio in quegli anni simbolo della selleria più chic di Francia, assieme al packaging con la grana a buccia d'arancia e l'emblema del calesse. Tutto qui è evocazione più che rappresentazione come direbbe Jean Claude Ellena che riconosce in Eau d'Hermès un capolavoro assoluto. Tutto è sublimazione astratta, compreso l'odore dell'interno del celebre sac à dépêches creato nel 1935 e poi ribattezzato la Kelly in onore di Grace Kelly, che qui si fonde sulla pelle fino a diventare un'aura, l'odore della pelle stessa, pulita, appena sapida e umana, ma di una sensualità celebrale e raffinatissima.

Anche il blasone che in origine marcava ogni bottiglia porta un po' di magia in se, una magia che in parte è scomparsa ora che il simbolo è cambiato. Il monogramma EH, Emile Hermès, ma anche Eau d'Hermès è posto a specchio come fossero i due lati di un ponte fra passato e futuro ed è incorniciato da un cerchio. C'è pure il caduceus, la staffa del dio Hermes le cui origini risalgono a prima dei greci, da Babilonia fino anche allo Djed egizio, un simbolo di equilibrio e forse un oscuro riferimento ad un altro bel profumo con sfaccettature di cuoio e tabacco. Anch'esso qui è specchiato a forma di croce di S. Andrea, un simbolo solare in origine. Infine il calesse simbolo della Maison Hermès ma anche associato al dio Helios, un'altro rimando al sole the ha brillato sulla fortuna di questo profumo per oltre 60 anni.
 
Eau d'Hermès venne inizialmente creata per i clienti di 24, Rue du Faubourg Saint-Honoré e solo successivamente per tutti quanti ne facessero ordinazione alla boutique di Parigi. Veniva presentata in un flacone di cristallo ispirato alle vecchie lanterne da calesse e prodotto delle manifatture Saint Louis ornato da un fiocco di cuoio. Solo verso gli anni 80 comparvero i flaconi splash di piccola taglia per le boutique. Le ultime serie in cristallo prodotte in edizione limitata risalgono agli anni 1993-2001 e sono ornate da una incisione diversa: 500 pezzi da 120 ml l'anno. Il flacone da 470ml che vedete in foto invece risale ad oltre trent'anni fa e siccome il destino ha voluto che finisse in mano mia, voglio condividerne un piccolo assaggio con tre amici estratti fra tutti quelli che entro una settimana lasceranno di seguito un commento.
 

6 commenti:

marzipan_28 ha detto...

Beh, capperi! Sei un fortunato mortale, una confezione così quasi intimidisce. Bella descrizione, mi hai incuriosito, oltre che smosso una sana invidia.

Anonimo ha detto...

Sei riuscito a mettermi l'acquolina in bocca, come sempre del resto. Ci sarà una seconda parte?

Puzi ha detto...

scusa, quella del commento sopra sono io :)

marcopietro ha detto...

Bellissimo post, anche io stregato da questo lavoro e ne conosco solo la riedizione del 2001. Il flacone che ho è da 100 ml ed è nel packaging attuale della casa, sai se anche il contenuto ha subito variazioni?

Magnifiscent ha detto...

Ciao Puzi,
sai che un po' mi piace l'idea di mettervi l'acquolina? L'appetito vien mangiando si dice e in questo caso sniffando :)
Se poi si sfama con creazioni così belle è sempre una soddisfazionie.
Ci sarà una terza parte in cui parlerò di altre creazioni di del Maestro Roudnitska. Stay tuned!

Magnifiscent ha detto...

Ciao Marcopietro,
come ho accennato nel post, Eau d'Hermès non ha solo cambiato packaging negli anni ma è stata anche riformulata e forse più volte impoverendosi nella tridimensionalità olfattiva. La bella notizia è comunque che, forse proprio per la venerazione che Ellena nutre per questa creazione, non è stata snaturata troppo la sua natura.
Comunque ora hai una chance di sentire l'originale :)

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