1 luglio 2013

Parfums DelRae Bois de Paradis (M. Roudnitska 2002)


Eiaha Ohipa - Paul Gauguin, 1896
Chi ha assaggiato il paradiso almeno una volta sa riconoscerne il profumo.
Lo sa bene DelRae Roth, che vive vicino a uno dei posti più incantevoli della West Coast, Presidio, California, dove spesso passeggia a piedi nei boschi, respirando i profumi della natura che ispirano le sue creazioni. DelRae è un'amabile signora che ha passato molti anni lavorando come designer grafico a San Francisco e che nel 2000 ha deciso di inseguire un sogno con in mente un'unica regola: "Fai quello che ami, il denaro arriverà". Unendo spirito d'iniziativa e l'amore per lo chic francese e per i profumi decide di scrivere a Michel Roudnitska. Dopo due anni e oltre 300 prove, nel 2002 nasce Bois de Paradis e via via gli altri Parfums DelRae. Di tutti, questo legnoso fruttato che sulla pelle prende il volo nei mille riflessi del piumaggio cangiante di un uccello esotico mi ha conquistato al primo sniffo.

Definirlo semplicemente fico o fruttato, floreale o verde, legnoso o speziato è riduttivo perché il tutto è più della somma delle parti. Bois de Paradis apre con le note aeree di bergamotto e subito si percepiscono il fogliame carico di bruma ed i cespi zeppi di more succose. I toni fruttati aprono ora la strada ad una bella damascena che ricorda il cuore rosa di Shiloh (Hors la Monde), appena velato dalla rugiada di L'ombre dans l'eau. Meno astringente del ribes però, la mora tinge la rosa color vinaccia e la rende inebriante come un calice di marzemino.

La vegetazione lussureggiante d'un tratto si fa più fitta e le rose si scaldano grazie al tocco secco e appena medicinale di cannella e pepe, il perfetto contrappunto al fogliame umido.
L'aspetto floreale man mano si stempera e resta un alone delizioso che echeggia i frutti rossi. Il cuore è un'altalena di sensazioni e torna tra il verde, stavolta quello aromatico e selvatico di un fico dalla linfa lattiginosa e coi frutti maturi. Infine l'ambra fonde sulla freschezza del cedro donandogli l'accenno goloso di un curd di frutta ancora caldo, delicatamente acidulo, mai stucchevole.

Bois de paradis irradia la luce dorata di un desiderio innocente e primitivo e quindi ancora più sensuale. Non è difficile intuire che Michel lo abbia immaginato come il profumo della amata ideale come mi ha raccontato l'anno scorso quando gli ho detto che per me è una delle sue migliori creazioni. Discreto e persistente, risentito a distanza di anni non fa una piega: la sua bellezza e la sua intensità sono toccanti, non importa che sia Adamo oppure Eva ad indossarlo.

1 commento:

marcopietro ha detto...

bellissima recensione, vien voglia di correre a cercarlo...
grazie!

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