16 gennaio 2019

Vero Kern (1940 - 2018) Un omaggio personale


Queste pagine sono dove ho scritto la prima volta di Vero Kern, dove lei ha letto del mio amore per le sue creazioni. Ad un mese dalla sua scomparsa, condivido anche qui un personale omaggio apparso su CaFleureBon.
Circa dodici anni fa quando ho iniziato a scrivere di profumi, era partita la prima ondata di grandi riformulazioni secondo le direttive IFRA. Sommiamo poi lo scenario in cui le case di profumo storiche erano assorbite dalle grandi multinazionali come LVMH per farne delle macchine da soldi, (e per favore tenete presente che un salto generazionale stava imponendo un approccio più igienista dove lo spruzzo aveva abolito il toccare il profumo). Non è difficile immaginare quindi che quel poco che rimaneva dell'età d'oro della profumeria stava gettando nello sconforto tutti gli appassionati di profumeria.

Ho sempre associato Vero Kern all'idea di un faro guida e penso che lei avesse una luce particolare; ho letto diverse persone che l'hanno amata farne menzione nei loro ricordi sui social network in questi giorni. Ricordo ancora la prima volta che l'ho incontrata a Milano, era il 2010: inconfondibilmente glam-rock con le sue scarpe leopardate, debuttava con la sua linea di eau de parfum sotto l'egida della neonata distribuzione Campomarzio 70. Ero alle prime fiere ed incontrarla, parlare con lei dei suoi estratti e del modo in cui aveva trasformato quelle dense pozioni magiche nelle edp grazie ad un accordo di passion fruit che aggiungesse brillantezza fu una rivelazione per me.

Vero ed io abbiamo parlato per la prima volta dei classici, e poi ne abbiamo riparlato in varie occasioni perché Vero  Kern era prima di tutto un'entusiasta collezionista di fragranze vintage — nel modo in cui sento di esserlo anche io: per farle proprie, non per possederle. Sentendo le sue creazioni, si può percepire la profonda conoscenza che aveva dei capolavori del passato, probabilmente stimolata dalla sua Maestra Monique Schlienger che fu allieva di Jean Carles ed ha formato Vero come profumiere a Parigi sul finire degli anni '90. Vero però è andata ben oltre: unendo una visione estetica fortemente avant-garde ad un perfezionismo maniacale, dopo cinque anni di lavoro se n'è uscita con il trio fondamentale di estratti Kiki – Rubj – Onda reinventando una nuova età dell'oro secondo il suo stile. Sempre “à rebours”, in controtendenza, la rebel-rebel di Zurigo ha anche riportato in auge il vezzo glamour della vecchia Hollywood di applicare dal tappo di vetro il profumo sui punti caldi come l'estremo lusso del quotidiano, mandando così in visibilio tutti noi perfumisti.

Vero Kern era davvero un bel tipo: si era perfezionata prima per tanti anni come aromatologa e infine era diventata profumiere a sessant'anni. Era la prova vivente di quello che significa “invecchiare in gloria”, non solo fisicamente. Erano chiare le sue idee di cosa fosse la bellezza e lo lasciava intendere condividendo coi suoi contatti foto di modelli come la settantenne superchic Veruschka von Lehndorff. Vero era sempre on the road, condividendo sinceramente e generosamente il suo percorso, sempre proiettata in avanti e affamata di vita fino all'ultimo. Anche l'ultima volta che ci siamo incontrati per un cappuccino assieme, abbiamo parlato del futuro, della continua evoluzione del mercato e di come si sentiva motivata dal percorso tutto indipendente che aveva tracciato in dieci anni di uniche, fragranti affermazioni. Dove oggi anche l'ultima delle copie finge di essere arte nella profumeria di nicchia, nel lasciarci capolavori indimenticabili come il seducente vetiver di Onda o il verde leggendario di Mito, Vero Kern ha sempre dichiarato con franchezza che il profumo non è arte, ma che può essere parte di un'opera d'arte. Era così entusiasta quando il Museo Mudac di Losanna l'aveva invitata ad esporre Onda durante la mostra “Nirvana – Strange forms of pleasure”, che mi aveva confessato di aver capito che era qualcosa che le dava grande soddisfazione ultimamente, riuscire a far dialogare le sue creazioni in contesti artistici la faceva star bene.

Ad un profumiere e un'amica che ci ha lasciato una preziosa eredità.

Grazie di tutto Vero.

A Esxence 2016 - Annusare con te era sempre un piacere Vero

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