16 dicembre 2015

Parlando coi lupi: intervista con Thierry Blondeau

Forse conoscete Thierry Blondeau sotto le spoglie di Mechant Loup, il lupo cattivo, con cui firma il suo blog Olfactorum, più difficilmente lo conoscerete per la sua linea di fragranze lanciate a Parigi circa un anno fa. Sempre curioso di conoscere giovani creatori, non vedevo l'ora di fare quattro chiacchiere con lui dopo aver sentito Narcisse Emoi (Narciso Turbamento, ma suona anche come Narciso e me in francese) che mi ha colpito per la sua finezza.
Thierry ha iniziato dieci anni fa ad esercitarsi con le materie prime, componendo accordi e studiando le interazioni tra molecole e cosa ne risulta. Un anno e mezzo fa arriva il grande salto: dopo ottimi profumi d'ambiente uno dei quali, Ma Garrigue, è poi diventato un profumo, ha sentito che era pronto per presentare le sue creazioni. Non sembra essere un lupo così cattivo in fondo anzi, tutt'altro, così mi sono permesso di conoscerlo e fargli qualche domanda.

E: Quali sono i tuoi primi ricordi legati all'odorato?
T: Sin da bambino ero attratto dagli odori. Amo l'odore della natura, della campagna, i profumi di mia nonna, della sua casa e di tutto ciò che abbia un qualsiasi odore.

E: Quanto hai capito che il potere dell'odore sarebbe diventato importante per te?
T: Ho capito che qualcosa stava accadendo quando ho scoperto per la prima volta le materie prime all'Osmothèque di Versailles. Istintivamente mi sono ritrovato a voler giocare mischiandole per creare vedute olfattive e profumi.
Da molto tempo il profumo era una passione, ma è stato in quel preciso momento che ha cambiato tutto dandomi uno slancio creativo ed aprendomi nuovi orizzonti.
A 33 anni però ero troppo vecchio per tornare a scuola, quindi il mio percorso doveva essere necessariamente diverso.

E: Quale è stato il tuo percorso formativo e quando hai deciso che volevi creare delle fragranze?
T: A partire da quel momento, ho desiderato conoscere meglio le materie prime, quindi ho seguito i corsi presso Cinquième Sens per apprenderle.
In seguito ho iniziato a formulare, a testare accordi, come un pianista che si eserciti suonando le scale mi sono esercitato per circa otto anni. Così nel 2014, mi sono sentito pronto per condividere con altri le mie creazioni.
 
E: Dove trovi l'ispirazione per comporre le tue fragranze?
T: L'ispirazione può arrivare da qualsiasi cosa. Grazie alle mie origini italiane, ho un debole per la luce ed i paesaggi della penisola, per l'arte (musica e dipinti) e senza dubbio per una certa estetica.
La cultura francese mi ispira con la varietà dei paesaggi nelle regioni (Costa Azzurra, Bretagna, Alvernia e le terre del vino). Amo il cibo, la campagna, l'odore dei boschi e di un camino scoppiettante, di tutto quello che concerne il gusto e il buon cibo.
Dato che amo anche il mondo dell'automobile, mi piace dire che disegno un profumo come la carrozzeria di un'auto.

E: Parlando di maestri e modelli di riferimento, quali sono i tuoi?
T: Jacques e Jean Paul Guerlain senza dubbio, loro hanno creato i miei profumi preferiti. oggigiorno il mio riferimento è Jean Claude Elléna perché riesce ad unire perfettamente qualità delle materie prime, emozioni derivate dall'ispirazione e visione estetica.
 
E: C'è qualche fragranza che ammiri particolarmente e che ti piacerebbe aver creato?
T: Vol de nuit è quella che ammiro di più. Tra i profumi contemporanei, mi piace il lavoro fatto su Poivre Samarcande che trovo di una finezza incredibile.
L'artisan Parfumeur mi porta lontano nei suoi viaggi, Serge Lutens mi piace per la profondità delle materie utilizzate e Liquides Imaginaires appunto, per il suo immaginario.

E: Ogni profumiere ha una sua tavolozza in cui predilige determinate gamme di colori. Quali sono le materie che ti affascinano di più?
T: In effetti, quando sento una sostanza vedo un colore e quando creo è come se usassi una tavolozza.
Amo molto il narciso, la giunchiglia, la rosa ed i legni fumosi come il vétiver, la betulla e il Cade.
Ma c'è anche una varietà di materie di sintesi senza le quali nulla sarebbe possibile. Al mio naso non hanno un odore specifico, ma giocano un ruolo indispensabile per dare sfumature particolari e avvicinarmi il più possibile a quello che ho in mente.

E: Com'è essere un profumiere indipendente in Francia, patria delle grandi catene e delle grandi maison di profumeria?
T: Essere indipendente significa essere liberi di andare dove si vuole, osare con proposte diverse senza preoccuparsi di seguire per forza il mercato.
E' rischioso, perché non sai se il pubblico sarà li ad aspettarti, ma penso che essere indipendente sia essere sincero nelle emozioni o negli universi che condividi, è giocare con belle materie, anche costose a volte, è osare là dove il mercato non lo farebbe.

E: Prima che un creatore di fragranze, sei anche un blogger. Come pensi il mondo del web abbia influito sulla profumeria?
T: Il contributo principale del web è stato smitizzare la creazione olfattiva e riportare il profumo alla portata degli appassionati. Grazie al web i profumieri possono parlare più facilmente delle materie e del processo creativo senza tenersi troppo a distanza.

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